In Europa nel primo trimestre del 2015 è salito il costo del lavoro (ULCs) dello 0,5%. La produttività rimane debole e negativa per lo 0,1% per la prima volta dal primo trimestre del 2014. Lo riporta l’Ocse in un rapporto diffuso alcuni giorni fa. Il costo del lavoro è definito come la spesa sostenuta dal datore di lavoro per impiegare lavoratori.
Nel 2013 il costo del lavoro orario medio stimato era pari a 23,70 euro nell’UE-28 e a 28,20 euro nell’area dell’euro (AE-18). Tuttavia, questa media nasconde differenze significative tra i diversi Stati membri dell’UE, con un costo del lavoro orario che varia tra 3,70 euro e 40,10 euro (grafico 1).
Il costo del lavoro è formato dal costo delle retribuzioni (costi salariali) e da costi non salariali quali i contributi sociali a carico dei datori di lavoro. L’incidenza dei costi non salariali per l’intera economia era del 23,7 % nell’UE-28 e del 25,9 % nell’area dell’euro, ma variava anch’essa notevolmente tra i diversi Stati membri dell’UE. L’incidenza più elevata dei costi non salariali per l’intera economia si registrava in Svezia (33,3 %), Francia (32,4 %), Lituania (28,5%), Italia (28,1 %) Belgio e Slovacchia (entrambi 27,4 %); l’incidenza più bassa si registrava invece a Malta (8,0 %), in Danimarca (12,4 %), Lussemburgo (13,4 %), Irlanda (13,8 %), Slovenia (14,7 %), Regno Unito, (15,3 %), Croazia (15,4 %) e Bulgaria (15,8 %).
Qui trovate l’info con l’andamento del costo del lavoro. Sotto il pil per ora lavorata per comparare gli Stati dell’Ocse.
Nel quarto trimestre del 2014 il costo orario del lavoro nell’area euro è aumentato dell’1,1% su base annua e dell’1,4% nell’Unione europea. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Eurostat. Nell’eurozona la componente salariale per ora lavorata è aumentata dell’1% e quella non salariale dell’1,2%, mentre nella Ue la parte legata ai salari ha registrato un incremento dell’1,4% e quella non salariale dell’1,6%. Fra gi Stati membri gli aumenti più consistenti sono stati registrati in Romania (+7,9%), Estonia (+6,5%) e Lituania (+5,7%), mentre i ali maggiori in Portogallo (-8,8%), Cipro (-2,2%), Croazia (-0,5%) e Italia (-0,3%)
In Italia un’ora di lavoro costa mediamente a un’impresa 28,3 euro, meno della media dell’Eurozona (29 euro) ma più della media Ue (24,6 euro), che comprende Paesi molto meno cari per le imprese e dove quindi si tende a delocalizzare, come Bulgaria (3,8 euro per ora) o Romania (4,6 euro per ora). L’Italia però segna un incremento del costo del lavoro che è inferiore alla media sia dell’Eurozona che della Ue. Tra il 2013 e il 2014, il costo del lavoro in Italia è cresciuto dello 0,7%, a fronte di un incremento dell’1,1%.
Qui invece i dati su costo del lavoro orario diffusi dall’Ocse.
Fonte: Eurostat.