Con lo shock fiscale annunciato da Matteo Renzi la composizione della manovra d’autunno cambia e il suo importo sale al momento fino a 23 miliardi minimi. Un saldo dal quale restano per ora escluse tre voci importanti: il rinnovo dei contratti pubblici imposto dalla sentenza della Corte costituzionale (dovrebbe essere pubblicata entro una decina di giorni), gli eventuali interventi su pensioni flessibili e povertà e l’ancora incerta proroga degli sgravi contributivi sulle assunzioni, che potrebbero far lievitare la prossima “stabilità” a 27-28 miliardi.
Lo shock fiscale proposto da Renzi richiederà l’impiego di almeno 23 miliardi di euro entro il 2018. In particolare, 16,8 miliardi saranno impiegati per evitare l’aumento di Iva e accise e per coprire la Reverse Charge, 4,3 miliardi per la cancellazione dell’Imu e della Tasi e oltre 400 milioni per la copertura delle perequazioni delle pensioni. Tutta la manovra dovrà essere effettuata sempre rispettando le regole di Bruxelles che per ora prevedono l’azzeramento del deficit entro il 2018 e un aumento del saldo primario fino al 3,8% del Pil italiano
Tratto da Il SOle 24 ORE del 21/07/2015, pagina 4