Il fisco frena sulle indagini finanziarie. Meno contribuenti sottoposti a controlli bancari e meno accertamenti rafforzati (o «assistiti» come si dice in gergo tecnico) da verifiche sui conti correnti. Un calo sensibile soprattutto rispetto al 2012: anno in cui era stato raggiunto il picco nell’utilizzo di questo strumento. È quanto emerge dalla relazione sul rendiconto generale dello Stato effettuata dalla Corte dei conti. Se si guarda al solo operato delle Entrate, i contribuenti sottoposti a verifiche bancarie sono stati 11.644 lo scorso anno: un valore inferiore di oltre il 21% rispetto ai dodici mesi precedenti e addirittura del 39% nel confronto con il 2012.
Nel 2014 i contribuenti sottoposti a indagini finanziarie sono stati 11.644 (-39% dal 2012), una riduzione importante da far risalire alle nuove direttive dell’Agenzia delle entrate secondo cui sarebbe auspicabile che i controlli vengano effettuati solo su contribuenti che risultino “a rischio evasione” in seguito ad un’analisi preventiva. Non a caso i numeri sottolineano anche un assottigliamento dello spread tra contribuenti sottoposti a verifiche bancarie e accertamenti, con un passaggio dagli oltre 7000 del 2012 ai soli 184 dell’anno scorso. Crescono invece le indagini finanziarie autorizzate e completate dalla Guardia di Finanza (+19,6%)
Tratto da Il Sole 24 ORE del 30/07/2015, pagina 37