Quest’anno le università statali potrebbero assumere 820 professori ordinari, oppure 1.171 associati o 1.640 ricercatori: o, più verosimilmente, un mix variamente composto di queste figure, personale tecnico compreso. A dirlo è il decreto sui «punti organico», pubblicato dal ministero dell’università per distribuire gli spazi per le assunzioni a ogni ateneo. Non tutti, però, avranno le stesse possibilità: le leggi di finanza pubblica che regolano il ricambio generazionale permettono quest’anno agli atenei di dedicare alle assunzioni il 50% dei risparmi ottenuti con le cessazioni dello scorso anno, ma accanto a qualche università (poche) che potranno addirittura spendere in stipendi più dello scorso anno, c’è un folto gruppo di rettori che dovrà accontentarsi di molto meno, stando anche parecchio sotto il parametro generale: a Potenza, Catanzaro, alla Bicocca di Milano e a Venezia Ca’Foscari il turn over potrà superare il 100%, mentre da Perugia a Reggio Calabria, passando per la Ii università di Napoli, Benevento, Cassino e Campobasso non si potrà superare il 30%.
Tra le 20 università con il turn over più ampio riconosciuto nel 2015 spiccano Potenza (112,4%), Catanzaro (110,3%), Milano Bicocca (104,9%) e Venezia Ca’ Foscari (101,3%). Le nuove regole sulle assunzioni hanno ridotto leggermente la forbice tra nord e sud (passata da 32 a 22 punti percentuali), mentre il numero degli insegnanti inseriti negli organici delle università continua a diminuire: nel 2014 i docenti universitari sono stati 51.805, in calo del 5,1% rispetto al 2011
Tratto da Il Sole 24 ORE del 14/09/2015, pagina 4