In Italia “la crescita della produttività resta debole e nonostante il rallentamento della crescita del costo unitario del lavoro dall’inizio della crisi, la crescita complessiva di tale indicatore resta la piu’ altra dell’area euro”. Lo indica l’Ocse nel comunicare i dati trimestrali sul costo del lavoro. Nei 34 Paesi aderenti all’Organizzazione, il costo unitario del lavoro in media e’ salito dello 0,1% nel secondo trimestre, come nei primi tre mesi dell’anno. L’andamento riflette un aumento dei costi di retribuzione dello 0,5% (contro +0,1% nel primo trimestre), in parte compensato da un incremento dello 0,4% della produttivita‘ (Pil per persona occupata) che aveva avuto una dinamica piatta nei tre mesi precedenti. L’Italia si segnala, per altro, con un calo del costo unitario del lavoro dello 0,7% (dopo +0,5% nei primi tre mesi), che deriva da un calo dei costi salariali per occupato pari a -0,6% (dopo +0,8%) e da un aumento della produttivita‘ pari a +0,1% (dopo +0,3%). Nella zona euro, il costo del lavoro e’ salito dello 0,1%, in rallentamento rispetto a +0,2% nel primo trimestre, per effetto di un aumento dei costi salariali di +0,1% (dopo +0,5%), mentre la produttivita‘ e’ stata piatta (dopo +0,3%).
Nell’Info abbiamo preso il secondo trimestre come base 100 per valutare l’andamento delle componenti che descrivono la produttività di un Paese.
In base alle statistiche dell’Ocse, in Germania il costo unitario del lavoro e’ salito dello 0,5% dopo +0,4% nel primo trimestre, con un aumento dei costi salariali dello 0,8% (dopo +0,7%) e un incremento della produttivita‘ dello 0,3%, come nel primo trimestre. In Francia il costo del lavoro e’ salito dello 0,4% (dopo -0,2%), con costi salariali a +0,3% (dopo +0,4%) e produttivita‘ -0,1% dopo +0,6%. In Spagna il costo unitario del lavoro e’ calato dello 0,5% (dopo +0,7%), per effetto di una flessione dello 0,5% dei costi di retribuzione (dopo +0,8%) e di un aumento della produttivita‘ dello 0,1%, come nel primo trimestre. In Portogallo il costo unitario del lavoro e’ salito dell’1,2% dopo +4,1%, con un aumento dei costi di retribuzione dello 0,4% dopo +3,7%, mentre la produttivita‘ e’ nuovamente in calo (-0,8% dopo -0,3%). La flessione maggiore del costo unitario del lavoro e’ avvenuta in Grecia ed e’ pari a -2,3%, derivante da una diminuzione dei costi salariali di -2,6% a cui si associa d’altro canto un calo della produttivita‘ dello 0,2%
Negli Usa il costo unitario del lavoro e’ calato dello 0,1% contro +0,5% nel primo trimestre, con un forte rimbalzo della produttiva (+0,6% dopo -0,5%)), ma anche dei costi salariali ( +0,5% contro 0,0). In netto recupero la produttivita‘ nel Regno Unito a +0,9% dopo -0,3%, con costi salariali in aumento del 2,3% (dopo -1,3%) che portano il costo unitario del lavoro a +1,4% dopo -1%.