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economia

Lirica italiana: migliorano i conti ma il debito del 2014 è salito a 426 milioni

È l’anno zero per la lirica italiana che, con l’avvio nel 2014 dei piani di risanamento previsti dalla legge Bray (la 112 del 2013) per otto fondazioni su 14, ha dato inizio a un faticoso percorso di ristrutturazione che entro il 2016 dovrebbe portare tutti i teatri al pareggio di bilancio. Ma la strada è ancora lunga, come risulta dall’analisi effettuata dal Sole 24 Ore sui bilanci consolidati 2014 delle 14 fondazioni (approvati durante i mesi estivi) e dal primo monitoraggio semestrale del commissario alla lirica Pierfrancesco Pinelli sui pre-consuntivi 2014 e i previsionali 2015 di cinque di esse (Bologna, Firenze, Napoli, Opera di Roma e Trieste), che hanno aderito alla legge Bray e i cui piani sono già stati approvati da Mef e Corte dei Conti. Un dato salta subito agli occhi: se è vero che, nel complesso, si registra un miglioramento dei conti economici, resta negativo il dato sul debito pregresso, che dai 392 milioni record del 2013 sale ulteriormente a 426 milioni (contro i 340 del 2012 e i 350 del 2010).

Tra le 14 fondazioni liriche italiane, quella maggiormente in difficoltà è il Maggio Musicale Fiorentino, il cui debito 2014 ammonta a 62 milioni di euro. Debiti importanti anche per il Teatro di San Carlo di Napoli (49,7 milioni) e per il Teatro alla Scala di Milano (48,7 milioni) che può però vantare un maggiore valore della produzione rispetto alle altre fondazioni.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 02/10/2015, pagina 31