Coperture strutturali per 5,8 miliardi garantite dalla spending review e per circa un miliardo dal prelievo sui giochi, cui si aggiungono ulteriori 3,1 miliardi di risparmi tra limature dei vari capitoli di bilancio qualificati dal Governo come «ulteriori efficientamenti». Coperture via flessibilità europea dunque con aumento del deficit per 14,6 miliardi. Coperture una tantum per 2 miliardi grazie agli incassi attesi dall’operazione rientro dei capitali attraverso la voluntary disclosure. Coperture multiple e in progress, dunque, per una manovra che arriva in Parlamento con un volume di risorse pari a circa 26,5 miliardi e che potrebbe crescere a 29,6 miliardi, qualora Bruxelles autorizzasse anche la cosiddetta clausola migranti. Risorse che sarebbero indirizzate ad anticipare al 2016 il taglio dell’Ires dal 27,5 al 24% e ad ulteriori interventi sul versante dell’edilizia scolastica. Ne consegue che il deficit del 2016, destinato comunque a passare dall’1,8% al 2,2%, arriverebbe fino a quota 2,4 per cento.
L’impegno più gravoso preso dal Governo all’interno della legge di Stabilità è l’eliminazione delle clausole di salvaguardia, che costerà 16,8 miliardi. Spese importanti riguardano anche l’abolizione delle tasse sulla prima casa (3,7 miliardi) e il pacchetto enti locali (1,2 miliardi). Nel totale la manovra dovrebbe costare attorno a 26,5 miliardi, che troverebbero copertura soprattutto grazie alla flessibilità Ue (14,6 miliardi), alla spending review (5,8 miliardi) e alla Voluntary discloosure (2 miliardi).
Tratto da Il Sole 24 ORE del 16/10/2015, pagina 6