Qualcosa è cambiato nel rapporto tra investitori istituzionali ed informali. Il nuovo rapporto VeM-Iban, in anteprima per Nova24, descrive un fenomeno tutto italiano che vede venture capital e business angel fare sempre più squadra quando si tratta di investire in startup innovative. I business angels, si legge nel report, stanno gradualmente avvicinandosi ad alcune caratteristiche tipiche degli operatori istituzionali, a partire da un taglio crescente dell’investimento medio che permette maggiori economie di scala diminuendo il costo/opportunità del singolo deal. Questo anche per merito della nascita di numerosi club di investitori, grazie ai quali è possibile porre in essere investimenti più strutturati. Dal canto loro, i fondi di venture capital si sono invece sempre più avvicinati ad un mondo che fino ad ora era stato poco esplorato”.
I ricercatori del Vem hanno calcolato che sono in crescita le operazioni realizzate in sindacato con business angels o club di investitori. Segnali ancora non confortanti si hanno se, al contrario, si analizza l’ammontare totale investito nell’intero comparto dell’early stage italiano: il mercato, pur avendo incrementato in un biennio la propria dimensione del 12%, con un ammontare investito pari a circa 90 milioni di euro, non regge ancora il confronto con i mercati più sviluppati di paesi come Germania, Francia e Regno Unito. I dati del database VeM sono stati raccolti nel 2012 e oggi attraverso l’uso esclusivo d’informazioni reperibili presso fonti pubbliche. Quelli invece Aifi-Pwc hanno una serie storica più lunga e si basano solo sui venture capital descrivono un andamento nella raccolta più puntuale.