Una corsa che rischia di lasciare senza fiato alcuni concorrenti. È quella che hanno messo a segno i prezzi degli immobili residenziali in numerose città del mondo, e che porta con sè il germe del rischio di una bolla. Il timore di rivedere quanto è accaduto dopo il 2007, dal crack Lehman Brothers per intenderci, porta ad analizzare con attenzione motivazioni e trend dei rialzi. Se si analizzano i dati si verifica che i valori reali sono raddoppiati dal 1998 a oggi e in media sono più alti dei livelli precedenti la crisi finanziaria del 2007-08. Sono molte le metropoli, quelle ovviamente ambite anche a livello internazionale, che devono fare i conti con un mercato immobiliare in netta crescita e con un segmento residenziale che nel peggiore dei casi è quasi inavvicinabile dai residenti. A spingere i valori in molti casi – e questo vale per Londra, Hong Kong ma anche per alcune città americane e svizzere – è stato un mix di fattori, dalla fiducia in un’economia in ripresa o con buoni fondamentali alle attese di crescita del mercato immobiliare, dall’arrivo di capitali internazionali agli acquisti dei privati per investimento.
Con un aumento dei prezzi del 40% dal 2013 ad oggi è Londra la città a maggiore rischio di “bolla immobiliare” secondo Ubs. Il rischio è molto alto però anche a Hong Kong e sta prendendo forma a Sidney, Vancouver e San Francisco. Guardando invece il rapporto prezzo/stipendio, il primo posto va ad Hong Kong (ci vogliono 19-24 stipendi annuali per comprare casa) davanti a Londra (13-17) e Parigi. Infine, nella classifica del rapporto prezzo/affitto, il primo posto è occupato da Zurigo, dove servono quasi 40 anni di affitto per riuscire ad acquistare un appartamento.
Tratto da Il Sole 24 ORE del 12/11/2015, pagina 23