Quello di Parigi sarà o meno un accordo vincolante per ridurre le emissioni gas serra e rallentare il riscaldamento globale? L’Unione europea, guidata da Parigi che ospita la Conferenza sul clima, preme affinché l’accordo che si auspica venga siglato alla COP21 contenga degli impegni giuridicamente vincolanti e verificabili. Oltreoceano la questione è più delicata, anche perché si inserisce nella campagna per le presidenziali 2016. L’amministrazione Obama, che pur ha impresso un’autentica svolta nella politica ambientale americana, deve infatti fare i conti con l’opposizione repubblicana al Congresso.
Spinti dalle potenti lobby del petrolio e del carbone, gli ultraconservatori americani denigrano la scienza e screditano le iniziative di Obama in materia di ambiente. I candidati repubblicani alla Casa Bianca negano o cercano di minimizzare la responsabilità delle attività umane nel riscaldamento climatico e respingono le misure per limitare i gas serra che, a loro parere, frenano l’economia americana a vantaggio di quella cinese.
Un recente sondaggio dell’istituto Pew Center rileva che il 71% degli elettori democratici ritiene che l’uomo contribuisca all’innalzamento delle temperature, contro solo il 27% di repubblicani.
Il vero nodo è che oggi i repubblicani presiedono le commissioni chiave per i programmi scientifici e ambientali, tanto al Senato che alla Camera dei rappresentanti e il senatore Jim Inhofe, per il quale il cambiamento climatico «è la più grossa stupidaggine della storia», presiede la commissione ambiente del Senato. (Askanews)