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5 e 8 per mille: su 6,6 miliardi raccolti 2,3 non sono stati assegnati ai beneficiari

Nella famiglia dei “per mille” si preparano novità. Come annunciato qualche giorno fa dal premier Matteo Renzi, il 5 per mille alla cultura diventa un 2 per mille, ma con procedure diverse, che dovrebbero farlo decollare. Finora il 5 per mille indirizzato alla tutela e valorizzazione del patrimonio ha avuto – complice la scarsa pubblicità e soprattutto il meccanismo di ripartizione – scarso successo. Pochi i soldi raccolti. Ma è l’intera famiglia dei “per mille” ad avere più di un problema. Basti pensare che un terzo degli importi decisi dai contribuenti attraverso l’8 e il 5 per mille non è mai arrivato a destinazione. Su 6,6 miliardi di euro resi disponibili dalle scelte dei cittadini – 2,6 miliardi accumulati negli oltre vent’anni di vita dell’8 per mille e poco più di 4 generati dal 5 per mille a partire dal 2006, anno del debutto – nelle tasche dei beneficiari sono finiti 4,3 miliardi. Gli altri 2,3 miliardi si sono persi in mille rivoli, conseguenza dei tagli per far fronte a varie esigenze del bilancio statale. Tradendo in questo modo la scelta dei contribuenti.

A risentire maggiormente delle mancate assegnazioni è stato l’8 per mille: dei circa 2,6 miliardi che avrebbero dovuto essere destinati a varie associazioni e enti, solo 819 hanno ragginto la loro destinazione. Gli anni peggiori sono stati 1991, 1992, 2011 e 2012, con 0 euro assegnati, mentre solo nel 2003 è stato assegnato il 100% dell’importo. Migliore la situazione del 5 per mille, con una differenza tra quota assegnata e quota effettivamente ripartita di “soli” 502 milioni di euro.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 30/11/2015, pagina 4