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Quanto vale l'industria culturale? Quasi un milione di posti di lavoro

Quasi un milione di posti di lavoro, per un volume di affari complessivo di 46,8 miliardi di euro: l’industria culturale, in Italia, rappresenta ancora oggi un punto di riferimento e a dimostrarlo sono i dati statistici, registrati da uno studio dell’agenzia Ernst&Young, per l’anno 2014. Dall’architettura alle arti performative, dalle arti visive al cinema, passando per libri e musica, pubblicità e quotidiani, radio, televisioni e videogiochi: sono undici i comparti che arricchiscono la filiera creativa italiana, che da sola ha prodotto il 2,9% del PIL totale.

 
Nonostante un calo del 6,9% rispetto al 2012, è della televisione il volume di affari maggiore, con 12,2 miliardi di euro nel 2014. Secondo posto per le arti visive, con 11,2 miliardi, terza invece la pubblicità (7,4). A seguire i quotidiani e i periodici (vittime di un crollo del 19% di fatturato nell’ultimo biennio, da 6 a 5,1 miliardi), le arti performative (4,5) e la musica (4,3).
Le arti visive, viceversa, primeggiano sul numero totale degli occupati. Con 241mila addetti ai lavori rappresentano il settore più in crescita nel nostro Paese, l’unico con un trend positivo insieme alla pubblicità (+18,3% rispetto al 2012 e 94mila posti di lavoro). Resistono alla crisi economica anche musica (160mila addetti) e arti performative (151mila), mentre in calo sono televisione (quasi 10mila posti di lavoro in meno in due anni) e cinema (74mila occupati in totale, erano più di 80mila nel 2012).
La novità è rappresentata dal mondo dei videogiochi, con un volume di affari in crescita del 2,1% rispetto al 2012, pari a 2,9 miliardi di euro prodotti. Chi lavora nel settore dei videogame, circa 15mila dipendenti in totale, produce mediamente di più. Rapportando il valore economico al numero degli occupati totali, scopriamo che il fatturato di un singolo lavoratore è di 188mila euro per il 2014: un dato superiore a quello di televisione (127mila euro prodotti in media da ogni dipendente) e radio (101mila), rispettivamente seconda e terza in classifica. Seguono pubblicità (78mila), quotidiani e periodici (50mila) e arti visive (46mila). Fanalino di coda, invece, le arti performative (6mila).
L’autore del testo e dell’Info è Davide Mamone. @davidedm_91
Frequenta il 17° Master in Comunicazione e Media Digitali.