800 miliardi di euro, sono gli aiuti con cui l’Ue ha sostenuto il settore bancario tra il 2008 e il 2014; 330 miliardi sono stati recuperati
238 miliardi di euro, è l’ammontare degli aiuti di Stato che la Germania ha elargito per il salvataggio bancario; la Germania è il Paese europeo ad aver speso la cifra più alta
4 miliardi di euro, è la somma che l’Italia ha speso per le sue banche
Comincia nel 2008 la corsa dell’Europa al salvataggio delle proprie banche. Per anni i Paesi dell’Unione si sono ritrovati davanti a crisi sistemiche che sono state risolte per lo più tramite l’aiuto diretto dello Stato. Questo fino al 2012, anno della crisi del sistema bancario di Cipro. Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, infatti, la crisi della Laiki Bank (Banca popolare di Cipro) portò l’Europa ad escogitare il primo aiuto classificabile sotto l’etichetta di “bail in”, aiuto dall’interno. Per il salvataggio del sistema bancario cipriota, si optò per un prelievo forzoso sui conti correnti oltre i 100mila euro e per la liquidazione della Laiki Bank.
Ma cosa è successo prima che il bail in diventasse l’unico salvataggio delle banche ammesso in Europa? Secondo i dati della Bce di settembre, dal 2008 al 2014, gli aiuti pubblici al sistema bancario sono stati di 800 miliardi di euro, di cui 330 recuperati. Il Paese che ha elargito maggiori fondi al proprio sistema bancario è la Germania con 238 miliardi di spesa pubblica (l’8,2% del Pil). Seguono la Spagna con 52 miliardi (5% del Pil), l’Irlanda con 42 miliardi (22,6%), la Grecia con 40 miliardi (22,2%) fino ai recenti 4 miliardi italiani. Per Italia, Francia e Lussemburgo le entrate derivanti dagli aiuti alle banche sono state addirittura leggermente superiori alle uscite, dello 0,1% del Pil.
Tratto da Il Sole 24 ORE del 13/02/2016, pagina 4