Nel 2014 il divario retributivo di genere si attesta al 16,1% nell’Unione europea (UE). La stima è di Eurostat. Lo stipendio orario medio delle europee è il 16,1% più basso di quello degli europei. Meno è il valore percentuale e minore è il divario.In tutti gli Stati membri, il divario retributivo di genere nel 2014 è variato da meno del 5% in Slovenia e Malta a oltre il 20% in Estonia, Austria, Repubblica Ceca.
Tra i paesi meno disuguali con un percentuale inferiore al 10% c’è Slovenia (2,9%), Malta (4,5%), Italia (6,5%), Polonia (7,7%), Lussemburgo (8,6%) e Belgio (9,9%). All’estremità opposta della scala, il divario retributivo di genere è stata di oltre il 20% in Estonia (28,3%), l’Austria (22,9%), la Repubblica Ceca (22,1%), Germania (21,6%) e in Slovacchia (21,1%).
Va notato che una parte della differenza di retribuzione oraria lorda media può essere spiegato da caratteristiche individuali (ad esempio l’esperienza e la formazione) e per sesso settoriale e occupazionale segregazioni (ad esempio, ci sono più uomini che donne in determinate occupazioni con, in media, più alti guadagni rispetto ad altre occupazioni).
Con i flgli sempre più donne scelgono il part-time. Oltre che economico il gender gap è anche contrattuale.
Nel 2014, una donna su cinque nell’Unione europea (20,0%) di età compresa tra 25-49 e senza i bambini lavorava part-time contro il rapporto uno su dodici degli uomini (8,2%). E il divario si allarga con il numero di bambini: quasi la metà delle donne (45,1%) con almeno tre figli lavora part-time, contro il 7,0% degli uomini nella stessa situazione.