45%, è la percentuale di aziende, esaminate dal Welfare Index Pmi, che investe in almeno quattro aree di welfare aziendale
64,1%, sono le imprese che hanno intrapreso almeno un’iniziativa in formazione e sostegno alla mobilità per i propri lavoratori
4,9%, sono le Pmi che hanno intrapreso attività di welfare inerenti la conciliazione tra vita lavorativa e privata dei propri dipendenti
Per molte imprese investire nel welfare non solo aiuta a contenere i costi del lavoro e a ottenere vantaggi fiscali, ma aiuta a fidelizzare le figure qualificate e ad aumentare la produttività, per immagine e reputazione.
Per quantificare il welfare aziendale in Italia, Generali Italia, insieme a Confindustria e Confagricoltura, ha stilato un rapporto, il Welfare Index Pmi. Dallo studio di 2.140 aziende è emerso che il 45% è attivo in almeno quattro aree del welfare aziendale mentre l’11% si spinge più in là, promuovendo iniziative in ben 6 aree di welfare.
Le aree identificate dallo studio sono 10 e vanno dalla formazione e sostegno alla mobilità (il 64,1% delle aziende ha messo in atto almeno un’iniziativa in quest’ambito), all’assicurazione per dipendenti e famiglie (53%), al sostegno economico ai dipendenti (46,2%) fino alla meno quotata conciliazione tra vita privata e lavorativa (solo il 49% delle aziende sembra aver intrapreso iniziative del genere). Dal rapporto sembra che non vi sia differenza tra nord e sud Italia ma che l’elemento discriminante sia la grandezza dell’azienda (le aziende più attive sono quelle con più di 100 dipendenti).
Tratto da Il Sole 24 ORE del 09/03/2016, pagina 17