Istat nei giorni ha pubblicato alcune interessanti tabelle con dati di flusso sull’occupazione. I dati di flusso mostrano che, a distanza di dodici mesi, crescono le transizioni dei dipendenti a termine verso il lavoro a tempo indeterminato (+3,5 punti) e i passaggi da collaboratore a dipendente (+14,4 punti) sia a termine sia a tempo indeterminato. Inoltre diminuisce la permanenza nella disoccupazione (-5,1 punti) e aumenta la probabilità di transitare nell’occupazione (+2,1 punti) o nell’inattività (+3,0 punti).
Dopo sette trimestri di calo ininterrotto, nel quarto trimestre 2015 torna a crescere la stima degli inattivi di 15-64 anni, a sintesi dell’aumento per le donne e del calo per gli uomini (+143 mila e -107 mila, rispettivamente). Anche l’incremento del tasso di inattività è dovuto soltanto alla componente femminile mentre l’indicatore continua a diminuire per gli uomini. La crescita dell’inattività riguarda coloro che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare (+130 mila); diminuiscono, invece, le forze di lavoro potenziali (-94 mila), in particolare quanti non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono immediatamente disponibili a lavorare. L’aumento delle donne inattive che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare è dovuto alla crescita di quante un anno prima erano nella condizione di occupate, disoccupate o forze di lavoro potenziali, soprattutto donne 35-49enni e residenti nel Mezzogiorno.
Nell’Info Data abbiamo analizzato e visualizzato i dati di flusso. Il confronto è tra il quarto trimestre 2015 e la condizione di partenza registrata un anno prima. Quindi per ogni 100 che erano disoccupati un anno fa oggi 37 sono rimasti disoccupati, 23 hanno trovato lavoro e 40 sono diventati inattivi, e quindi hanno smesso di cercarlo. Se ci concentriamo su loro, su 100 inattivi ben 87 non hanno cambiato condizione, 8 sono diventati disoccupati e solo cinque hanno trovato lavoro. Se guardiamo l’occupazione e quindi coloro che un anno fa erano occupati, ha perdere il posto di lavoro sono 7, cinque gli inattivi. Il dato che spicca è quello sugli inattivi e mostra una preoccupante tendenza tra i disoccupati a, come dire, perdere ogni speranza.