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economia

Gli italiani e il lavoro: le donne più appagate degli uomini. I più soddisfatti vivono al Nord

Soddisfatti o rimborsati recita lo sponsor, non se si tratta di lavoro. Se nel 2015 il 74,8% degli occupati in Italia dichiara di essere abbastanza o molto soddisfatto del proprio lavoro, un lavoratore su cinque ha un giudizio negativo: il 18,1% è poco soddisfatto e il 3,5% non lo è per niente. A rilevarlo è l’ultima indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” condotta ogni anno dall’Istat.
L’analisi evidenzia che anche sul piano della soddisfazione per il proprio lavoro si conferma il divario territoriale del nostro Paese. Le persone più soddisfatte vivono infatti soprattutto al Nord, dove la quota di occupati che esprime molta soddisfazione per il proprio lavoro è del 16,5%, mentre al Centro spiccano gli occupati che dichiarano di essere abbastanza soddisfatti (62,0%); per contro nel Mezzogiorno il 21,7% degli occupati è poco soddisfatto del proprio lavoro.
Il confronto tra i giudizi espressi da uomini e donne rileva che la quota di donne occupate che esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatte) per il proprio lavoro (76,5%) è maggiore di quella degli occupati di sesso maschile (73,6%). Tale differenza non cambia sul territorio, anche se nell’area del Centro lo scostamento si attenua (il 77,6% di occupate molto o abbastanza soddisfatte contro il 76,7% degli occupati uomini).

 
Confrontando gli ultimi dati con quelli dell’indagine Istat del 2005, si osserva che in dieci anni diminuisce la quota degli italiani soddisfatti del proprio lavoro. In particolare, la quota degli occupati molto o abbastanza soddisfatti passa dal 76,3% del 2005 al 74,8% nel 2015; mentre la quota di coloro che si dichiarano poco soddisfatti passa dal 16,8% al 18,1%. È la componente maschile a determinare l’aumento percentuale della quota degli insoddisfatti: gli uomini occupati che esprimono un giudizio negativo (poco o per niente soddisfatti) del proprio lavoro passano dal 19,6% del 2005 al 22,4% nel 2015.
Con riferimento alla classe di età, gli occupati che esprimono maggiore soddisfazione (molto o abbastanza soddisfatti) sono quelli con un’età compresa tra i 60 e i 64 anni (76,8%); seguono gli occupati più giovani della classe di età 25-34 anni (76,3%) e 20-24 anni (75,9%). Di contro, la quota più alta di insoddisfatti (poco o per niente soddisfatti) si rileva tra i giovanissimi di età 15-19 anni (27,6%) e tra gli adulti della classe di età 55-59 anni (23,3%) e 45-54 anni (22,9%).

A parità di età, le percentuali di donne che esprimono un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatte) rispetto al proprio lavoro sono sempre maggiori di quelle degli occupati di sesso maschile, tranne che tra gli over 65.
Infine, considerando la condizione professionale, si osserva che dirigenti, imprenditori e liberi professionisti sono gli occupati maggiormente soddisfatti del proprio lavoro: uno su cinque (20,0%) dichiara, infatti, di esserlo molto; tra i lavoratori abbastanza soddisfatti spiccano i direttivi, i quadri e gli impiegati (63,3%). Di contro si dichiarano poco soddisfatti il 24,1% dei lavoratori in proprio e coadiuvanti e il 21,0% degli operai e apprendisti.

 

 

Autrice del testo e dell’Info
Marianna Prato
Twitter: @mariannatwitta