-26%, è il calo dell’indice Stoxx negli ultimi tre mesi
-40%, è la perdita subita dall’indice bancario italiano in tre mesi
-65,76%, è la perdita del Banco Popolare da inizio anno
Vendere o sperare? È la domanda che migliaia di investitori del settore bancario si stanno ponendo in questo momento. Molte banche valgono oggi in Borsa meno della metà del loro capitale e il panorama non sembra prossimo al miglioramento. E allora che fare?
Forse il primo passo sarebbe capire. Cercare di dipanare le trame intricate di questo capitolo nero delle banche in Europa. Perché ad essere in difficoltà non sono certo le sole banche italiane, affossate dai crediti deteriorati e dai tentativi di salvataggio estremo. Sul bordo del precipizio (dove non è detto si cada) ci sono anche le banche dell'”Europa solida”: Barclays e Rbs hanno perso oltre il 30% da ininzio anno, SocGen è in rosso del 29%, Deutsche Bank ha un passivo in Borsa del 39%.
Tra i fattori che agiscono sulla crisi delle banche che appaiono più solide c’è senza dubbio la consapevolezza dei bilanci in attivo fatti di titoli illiquidi e derivati. Ma in realtà la prima motivazione è più profonda, addirittura intrinseca al sistema, e paradossalmente infinitamente più semplice: i governi fanno pressione perché le banche potenzino la solidità patrimoniale, ma in un momento di crescita scarsa i vincoli e la regolamentazione eccessiva hanno un effetto nefasto sulla profittabilità che contuinua a erodersi.
Tratto da Il Sole 24 ORE del 08/04/2016, pagina 5