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economia

I contributi alla crescita del Pil italiano dal 2013 al 2016

Nel 2016 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari all’1,1% in termini reali, un tasso di crescita superiore a quello registrato nel 2015 (+0,8%). Scrive l’Istat che la domanda interna al netto delle scorte contribuirebbe positivamente alla crescita del Pil per 1,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta e la variazione delle scorte fornirebbero un contributo negativo pari a un decimo di punto percentuale ciascuna.
La spesa delle famiglie in termini reali è stimata in aumento dell’1,4%, alimentata dall’incremento del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.
Si prevede una ripresa degli investimenti (+2,7%) che beneficeranno del rafforzamento delle attese sulla crescita dell’economia e del miglioramento delle condizioni del mercato del credito.
Il consolidamento dei progressi sul fronte occupazionale (+0,8% in termini di unità di lavoro) è previsto accompagnarsi ad una riduzione del tasso di disoccupazione, che è stimato attestarsi all’11,3%.
Un rallentamento più deciso del commercio internazionale e l’eventuale riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari costituiscono dei rischi al ribasso per l’attuale quadro previsivo. All’opposto, una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata allo sviluppo delle politiche nazionali ed europee, costituirebbe un ulteriore stimolo alla crescita economica (si veda l’approfondimento). Le previsioni incorporano le misure descritte nel Documento di economia e finanza diffuso ad aprile 2016.
Qui l’articolo sul Sole24Ore.com.
Nell’Info Data ci siamo concentrati sulle componenti di crescita del Pil. In particolare sono presi in considerazione gli anni 2013-2016, valori concatenati per le componenti di domanda; variazioni percentuali sull’anno precedente. Queste le voci: Domanda interna (al netto variazione scorte).  Domanda estera netta Variazione delle scorte.  Deflatore della spesa delle famiglie residenti.  Deflatore del prodotto interno lordo.  Retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente.  Unità di lavoro.  Tasso di disoccupazione.  Saldo della bilancia dei beni e servizi / Pil (%).