Confermate le stime di aprile, con un indice dei prezzi al consumo in calo dello 0,2%
Deflazione
A pesare non è stata tanto l’energia: il prezzo dei carburanti risulta ancora in calo rispetto a un anno fa, ma la flessione sembra essersi stabilizzata. Non è qui che va cercata la causa del peggioramento. Si è trattato, in buona parte, di un gioco del calendario: nel 2015 la Pasqua – che fa salire tariffe aeree, listini di ristoranti, caffè, alberghi – è caduta ad aprile, nel 2016 a marzo. La variazione annuale dell’indice dei prezzi è così risultata più ampia a marzo di quest’anno rispetto allo stesso mese del 2015 – e infatti l’inflazione dal -0,2% di febbraio è risalita allo zero – e meno intensa il mese scorso – quando è tornata al -0,2%.
Un fattore transitorio, dunque, ma che non può – di per sé – far sottovalutare il dato di ieri. Se il sottoindice del settore dei servizi fosse salito dell’1,3%, invece che dello 0,9% effettivamente registrato, l’inflazione complessiva sarebbe stata pari a zero. Un ritmo non certo rassicurante, soprattutto se si tiene conto del fatto che una crescita dell’1,3%, nel settore dei servizi, è il massimo registrato in questa fase di bassa inflazione (escludendo proprio il dato “alterato”, pari all’1,4%, di marzo).