Il sostegno in arrivo dalla domanda interna non potrebbe arrivare in un momento più propizio. I dati dell’export di marzo traducono infatti il rallentamento del commercio internazionale in una lunga sequenza di segni meno per le nostre vendite oltreconfine: in calo tendenziale dell’1,1%, dell’1,5% su base mensile destagionalizzata, dello 0,4% nel bilancio globale del primo trimestre.
Sintesi di un andamento divergente, con una crescita ancora visibile in Europa, seppure a tassi più blandi rispetto all’inizio dell’anno, che si confronta con una brusca riduzione nei mercati più remoti. Un progresso annuo del 2,3%, quello europeo, frenato soprattutto dalla Germania, i cui acquisti di made in Italy si riducono nel mese del 3,2%. In lieve calo anche il Regno Unito, questione di decimali, ma è in realtà l’intero continente a tirare il freno. A partire dalla Spagna, che passa da un balzo del 9,5% del primo bimestre ad un più modesto +3,1% di marzo.
Articolo pagina 16 del Sole 24 Ore del 17 maggio 2016