Il costo complessivo dell’Ape (anticipo pensionistico) a carico dei lavoratori che sceglieranno questa opzione potrebbe essere più elevato della semplice riduzione percentuale sulla quota retributiva dell’assegno. Infatti per calcolare l’importo effettivo della pensione si deve tener conto anche della quota contributiva e, oltre a ciò, non va dimenticato che i pensionati dovranno restituire il prestito con cui verrà finanziato l’anticipo del trattamento previdenziale.
Il condizionale è d’obbligo, perché dell’Ape finora sono state fornite solo indicazioni di massima, che peraltro potranno cambiare nella versione definitiva.
Innanzitutto i nati tra il 1951 e il 1953 che decideranno di anticipare il ritiro dal lavoro dovranno fare i conti con un taglio medio della quota retributiva della pensione del 3-4% per ogni anno di anticipo rispetto al requisito minimo di età per la pensione di vecchiaia. Tale valore potrà scendere all’1% per gli assegni di importo minore o per persone disoccupate da tempo o salire fino al 6-7% per gli importi più elevati.
Articolo pubblicato a pagina 9 sul Sole 24 Ore del 27 maggio 2016