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economia

Moda e lusso. La top ten delle aziende per ricavi e redditività

Pambianco strategie di impresa ha stilato le classifiche 2015 di fatturato e redditività dei principali gruppi italiani della moda e del lusso. Sul podio: Luxottica, Gucci e Prada.
Luxottica, leader indiscusso nel mercato degli occhiali in Italia e nel mondo, ha sfiorato un fatturato di 9 miliardi di euro, registrando un +15,5% rispetto al 2014.
Secondo e terzo posto per Gucci e Prada, rispettivamente, con 3,90 e 3,55 miliardi di euro. Oltre alle prime dieci, le aziende oggetto di studio sono altre 16 tra le quali Valentino, Moncler, Furla, Liu Jo e Aeffe che chiude la classifica con 269 milioni.
Nel complesso i ricavi del campione sono cresciuti del 9,4%, passando da 36,679 miliardi nel 2014 a 40,136 nel 2015. Per il 2016 si prevede una crescita inferiore, intorno ai 3-4 punti percentuali e una redditività che potrebbe calare di 1-2 punti.
Le aziende italiane, se paragonate a quelle estere, hanno una buona solidità e nel 2015 i principali gruppi europei e stranieri sono cresciuti del 10,5%.
Il campione estero è guidato da Lvmh, il più grande gruppo del lusso al mondo, che ha chiuso il 2015 con 35,664 miliardi, +16,4% rispetto all’anno precedente. È seguito da gruppi come Hermès, Tiffany, Hugo Boss, Mango e Pandora; Jimmy Choo chiude la classifica con 431 milioni (+3,1%).
Le aziende straniere, in particolare quelle statunitensi, sono certamente più grandi rispetto alle nostre ma, se i grandi gruppi italiani servono un mercato alto con i brand di lusso, le americane non possono fare lo stesso in quanto presidiano la fascia media del mercato.
Per quanto riguarda la redditività, l’ebitda del campione italiano è stato del 19,2%, in linea con il 2015. Inferiore quello delle straniere, passato dal 18,1% del 2014 al 18,3% del 2015. Il record è di Moncler (+34,1%) e Pandora (+40,2%).

Tratto da Il Sole 24 ORE del 17/06/2016, pagina 18
Ultimi commenti
  • Claudio De Felice |

    Non conosco in profondità il sistema distributivo dei grandi marchi legati alla moda, conosco discretamente il mercato dell’ottica le sue dinamiche.
    Un dato per riflettere sui numeri che avete appena esposto: il 60% del fatturato Luxottica, più o meno, sembra essere sviluppato dalle catene retail di proprietà.
    Parliamo, sempre non sbaglio, di un controllo diretto su 7/8000 negozi di ottica che vendono direttamente al pubblico numerosi marchi di proprietà ed in licenza.
    Luxottica, meritatamente la prima società al mondo e leader incontrastata dell’ottica, sviluppa anche una gran parte, la restante, del fatturato e degli utili in concorrenza diretta, in tutto il mondo, con i clienti ai quali Luxottica stessa propone brands di proprietà ed in licenza.
    Gucci, Prada, Armani,per citarne alcuni dei più famosi brands del mondo fashion/moda anch’essi costruiscono il proprio fatturato ed utili con premesse simili?
    I fatturati e le dinamiche di business di questi giganti della moda e del fashion fino a che punto sono paragonabili tra loro con questa doverosa premessa?
    Uno spunto sul quale credo sia interessante riflettere.

  • Claudio De Felice |

    Non conosco in profondità il sistema distributivo dei grandi marchi legati alla moda, conosco discretamente il mercato dell’ottica le sue dinamiche.
    Un dato per riflettere sui numeri che avete appena esposto: il 60% del fatturato Luxottica, più o meno, sembra essere sviluppato dalle catene retail di proprietà.
    Parliamo, sempre non sbaglio, di un controllo diretto su 7/8000 negozi di ottica che vendono direttamente al pubblico numerosi marchi di proprietà ed in licenza.
    Luxottica, meritatamente la prima società al mondo e leader incontrastata dell’ottica, sviluppa anche una gran parte, la restante, del fatturato e degli utili in concorrenza diretta, in tutto il mondo, con i clienti ai quali Luxottica stessa propone brands di proprietà ed in licenza.
    Gucci, Prada, Armani,per citarne alcuni dei più famosi brands del mondo fashion/moda anch’essi costruiscono il proprio fatturato ed utili con premesse simili?
    I fatturati e le dinamiche di business di questi giganti della moda e del fashion fino a che punto sono paragonabili tra loro con questa doverosa premessa?
    Uno spunto sul quale credo sia interessante riflettere.

  • Claudio De Felice |

    Non conosco in profondità il sistema distributivo dei grandi marchi legati alla moda, conosco discretamente il mercato dell’ottica le sue dinamiche.
    Un dato per riflettere sui numeri che avete appena esposto: il 60% del fatturato Luxottica, più o meno, sembra essere sviluppato dalle catene retail di proprietà.
    Parliamo, sempre non sbaglio, di un controllo diretto su 7/8000 negozi di ottica che vendono direttamente al pubblico numerosi marchi di proprietà ed in licenza.
    Luxottica, meritatamente la prima società al mondo e leader incontrastata dell’ottica, sviluppa anche una gran parte, la restante, del fatturato e degli utili in concorrenza diretta, in tutto il mondo, con i clienti ai quali Luxottica stessa propone brands di proprietà ed in licenza.
    Gucci, Prada, Armani,per citarne alcuni dei più famosi brands del mondo fashion/moda anch’essi costruiscono il proprio fatturato ed utili con premesse simili?
    I fatturati e le dinamiche di business di questi giganti della moda e del fashion fino a che punto sono paragonabili tra loro con questa doverosa premessa?
    Uno spunto sul quale credo sia interessante riflettere.

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