74%, è l’aumento della corruzione in Italia negli ultimi tre anni
585 miliardi di euro, è il differenziale tra i costi della corruzione in Italia e i costi in Germania secondo il calcolo del professore dell’Univeristà di Bologna Lucio Picci
Alcune decine di miliardi, è il costo che il professor Alberto Vannucci dell’Università di Pisa attribuisce alla corruzione in Italia
Corruzione: il male secolare del nostro Paese. Un male da non sottovalutare, che soffoca lo sviluppo e vanifica gli interventi di politica economica. Basti pensare che iniezioni di capitali di portata comparabile all’economia statunitense da una parte e al sistema economico italiano dall’altra, volute dai Governi dei due Paesi, hanno condotto a risultati molto diversi.
Parliamo dell’American Recovery and Reinvestment Act (Arra) predisposto dall’amministrazione Obama nel 2009 e dell’intervento Grandi Opere voluto dall’Italia nel 2001. Da una parte uno stanziamento di 260 miliardi per lavori pubblici che nel 2012 risultavano già completati per il 70%. Dall’altra, uno stanziamento di 285 miliardi che in 13 anni ha portato al completamento dell’8,3% dei lavori previsti.
Il motivo? La corruzione. Un male endemico per l’Italia, che erode i fondi pubblici in maniera difficilmente quantificabile. Si tratta di una perdita di qualche decina di miliardi per Alberto Vanucci, professore di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. «Un ammontare che se fosse ridistribuito agli italiani, farebbe aumentare il loro reddito pro capite di 10.607 euro all’anno» – azzarda Lucio Picci, professore di economia all’Università di Bologna. Mentre Ugo Arrigo, economista dell’Università Bicocca di Milano, calcola che se si adottassero in Italia i parametri di spesa francesi si sarebbero dovuti spendere 8,9 miliardi all’anno, la metà di quanto compare sui libri contabili dello Stato italiano (17,8 miliardi).
Tratto da Il Sole 24 ORE del 28/01/2016, pagina 25