In agricoltura la manodopera stagionale in un anno è cresciuta del 3,2 per cento. Contrariamente a quanto si potrebbe ormai essere portati a pensare, resta un fenomeno che riguarda soprattutto gli italiani (64,4% del totale dei lavoratori), anche se il coinvolgimento di addetti stranieri continua ad aumentare (+4,1%). Ma l’aspetto più inquietante è senza dubbio che i braccianti assunti per meno di dieci giorni – segmento all’interno del quale spesso e volentieri rischia di nascondersi il lavoro nero – crescano addirittura a doppia cifra, sia per quanto riguarda la manodopera italiana che quella straniera. Il quadro emerge dalle elaborazioni che Uila, sindacato agroalimentare espressione di Uil, ha compiuto sui dati Inps delle ultime due annualità, numeri reali che, se aggregati, possono fornire preziose indicazioni su dove sta andando il settore. In agricoltura, come da tradizione, la stagionalità dei contratti continua a essere decisiva: a fronte di circa 100mila lavoratori a tempo indeterminato del comparto, nel 2015 si contano 938.957 braccianti con contratto a tempo, dato in crescita del 3,2% sull’anno precedente.