Nei primi sette mesi del 2016 il saldo tra assunzioni a tempo indeterminato e cessazioni è positivo per 76.324 contratti, ma è ben inferiore rispetto ai 465.143 contratti dello stesso periodo del 2015 – sono 379mila in meno (-33,7%)-, nonchè rispetto ai 129.163 del 2014.
La frenata nelle assunzioni a tempo indeterminato, accompagnata dalla crescita dei rapporti a termine e dei voucher per il lavoro accessorio è evidenziata dall’Osservatorio Inps che evidenzia come tra gennaio e luglio la percentuale di rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati sul totale dei rapporti di lavoro si ferma al 29,9% contro il 39,3% del 2015 e il 32,4% del 2014.
In un contesto di grande incertezza molte imprese evidentemente hanno preferito non rischiare e stipulare contratti temporanei, anche se i dati Inps vanno letti anche tenendo conto che la decontribuzione sulle nuove assunzioni stabili (o stabilizzazioni) è stata confermata dal governo, ma in formato “ridotto” rispetto al 2015; si è passati infatti da un massimo di 8.060 euro a 3.250 euro annui, per una durata che è scesa da 3 a 2 anni. Tra gennaio e luglio hanno beneficiato dell’esonero contributivo 298.327 assunzioni (o stabilizzazioni di contratti temporanei), a luglio le assunzioni incentivate sono state 41.247.