È un vero e proprio boom quello che ha riguardato i discount dal 2015 a oggi (settembre 2016). I numeri parlano chiaro: nel primo semestre del 2016 le vendite sono aumentate dell’8,5% in volume e del 6,3% in valore. I negozi hanno sfondato il tetto dei 5mila, localizzati in gran parte in Puglia – regina per la diffusione di questi nuovi templi della spesa, che detengono il 30% della quota di mercato – seguono Sardegna (26%), Sicilia (25,5%) e Basilicata (24%).
Un indicatore non trascurabile del livello di crisi del nostro Paese: un’Italia che sempre di più fa la spesa al risparmio.
Eurospin si conferma il marchio leader, seguono Lidl e Md – tre colossi che controllano metà della rete con un giro di affari di oltre 10 miliardi con circa 350 milioni di utile operativo. In generale, il portafogli dei discount è arrivato a 13 miliardi con un peso del 16% delle vendite del largo consumo.
Nell’ultimo quinquennio la loro diffusione è avvenuta con un ritmo medio di 150 nuove inaugurazioni l’anno. Un numero molto elevato che ha generato una caduta dei ricavi per i concorrenti – ipermercati e supermercati hanno avuto una variazione percentuale quasi pari a zero (nel 1°semestre del 2016). Ma a risentirne di più sono stati i liberi servizi e i negozi tradizionali che, nello stesso periodo, hanno registrato una crescita negativa. È in atto un processo di vera e propria cannibalizzazione tra insegne, come evidenzia Romolo De Camillis, direttore retail di Nielsen Italia.
Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 23 settembre 2016 a pagina 14