Bene (+2,1%) rispetto al mese precedente (giugno 2016), in calo (-0,7%) su base annua. I dati Istat di luglio sui ricavi industriali confermano la debolezza dell’attuale fase congiunturale, con numeri che continuano a oscillare attorno allo zero.
Il recupero di oltre due punti di luglio è interamente legato al progresso del mercato interno, ma è solo una magra consolazione. Se si osserva infatti più in generale l’andamento degli ultimi anni (dal 2014) si nota subito come l’industria stia attraversando una serie di “stop and go”: numeri positivi che si alternano ad altri meno brillanti. Più stabile il trend annuo, in calo dello 0,7%.
Il settore che registra la performance peggiore è l’energetico, in caduta libera del 14%. In crisi anche chimica, metallurgia, computer e apparati elettrici. Migliore il bilancio di tessile-abbigliamento e mezzi di trasporto.
Situazione non brillante dal lato degli ordini. Il confronto con giugno, -10,8% con un crollo di 23 punti all’estero, è legato in particolare alla presenza a giugno di forti commesse internazionali della cantieristica – che avevano fatto balzare gli ordini al 14,3%.
Una speranza per la ripresa è individuata nel piano Industria 4.0, che «anche se dispiegherà i suoi effetti nel 2017, può cambiare il trend e modificare la propensione ad investire delle imprese» – questa la previsione di Fabrizio Guelpa, responsabile Industry&Banking di Intesa Sanpaolo.