Hillary Clinton ha vinto il primo dei tre dibattiti in vista delle elezioni presidenziali. A certificare quella che era l’analisi di molti commentatori già all’indomani del confronto, andato in scena lunedì scorso alla Hofstra University, sono i sondaggi. Che, ad una settimana dal primo dei tre match televisivi previsti, assegnano alla candidata democratica un vantaggio di 3,8 punti nel voto popolare. Mentre le sue probabilità di diventare la prima presidentessa degli Usa sono cresciute di quasi tredici punti in una settimana.
I numeri arrivano da FiveThirtyeight.com il blog gestito da Nate Silver, data analyst salito alla ribalta per aver predetto correttamente la vittoria di Barack Obama sia nel 2008 che quattro anni più tardi. E che ha implementato una piattaforma che pondera i risultati di tutti i sondaggi coinvolti sia a livello dei singoli Stati che sul piano nazionale. E che restituisce le percentuali di vittoria dei due principali candidati alla Casa Bianca.
Ebbene, prima del dibattito Clinton aveva il 54,8% di probabilità di vincere le elezioni del prossimo 8 novembre. Ovvero il peggior risultato dal 30 luglio scorso quando, per la prima e unica volta in questa campagna, il sistema di Silver aveva visto Trump in vantaggio. Accreditandogli però, va detto, solo il 50,1% di possibilità di vittoria. Ma dopo gli inciampi sulle tasse, con il candidato repubblicano che ha affermato che non pagarle lo rende intelligente («It makes me smart» le sue parole), si è assistito ad un rimbalzo della rappresentante del partito democratico. Che, secondo i dati aggiornati al 1 ottobre, ha il 67,7% di chance di diventare presidente.
[Immagine 1]
Il rimbalzo diventa ancora più significativo se si guarda al now-cast, una versione della previsione di FiveThirtyeight.com che assegna un peso specifico maggiore ai sondaggi più recenti. Ovvero, in altre parole, che tiene maggiormente conto dell’attualità. In questo caso le possibilità di vittoria della candidata democratica salgono al 74,9%, su livelli che non si vedevano da inizio settembre. E che danno nuovo slancio alla Clinton che, dopo aver toccato il 96,4% di probabilità di vincere all’indomani della convention del suo partito, aveva iniziato una lenta discesa in favore di Trump.
Tendenza che sembra essersi invertita dopo il primo dibattito, visto che i numeri indicano che l’elettorato americano ha apprezzato maggiormente gli argomenti della Clinton rispetto a quelli di Trump. Ci sono voluti alcuni giorni perché questo gradimento trovasse riscontro nel sistema perché, come spiegato <ahref=”http://fivethirtyeight.com/features/clinton-won-the-debate-which-means-shes-likely-to-gain-in-the-polls/”>all’indomani del dibattito</a> dallo stesso Silver, è stato necessario attendere sondaggi realizzati interamente dopo il confronto tv tra i due candidati. E dare tempo al sistema di riconoscere che non fossero anomalie.
Aspetto ulteriormente confortante per i democratici riguarda i sondaggi che arrivano dagli 11 swing states, ovvero gli stati storicamente in bilico tra i dem e il Gop. All’indomani del dibattito Silver <a href=”http://fivethirtyeight.com/features/election-update-clintons-debate-performance-is-helping-her-in-swing-states/”>aveva ipotizzato</a> un vantaggio della Clinton compreso tra i 4 e gli 8 punti in Pennsylvania, New Hampshire, Colorado, Virginia, Wisconsin e Michigan. Mentre in Ohio e Iowa, dove fino a prima del dibattito Trump era in vantaggio, si prefigurava un testa a testa. E i sondaggi condotti a livello statale dopo lo “scontro” di lunedì scorso parlano di un vantaggio di 7 punti in New Hampshire e Michigan e di 6 punti in Nevada. Anche in Florida, lo stato che nel 2000 costò la presidenza ad Al Gore, i democratici avrebbero un vantaggio compreso tra 0,3 e 4 punti percentuali. Più in generale, i democratici sono avanti in tutti e 11 gli stati in bilico.
Come si vede dalla mappa, anche lo stato che si affaccia sul golfo del Messico ha iniziato a colorarsi del blu democratico. Certo, non una tinta scura come quella della California e dell’Illinois, dove Clinton è praticamente certa di vincere, ma un risultato incoraggiante per i dem. Tanto più che nelle ultime settimane la mappa della Florida era costantemente dipinta di rosso repubblicano. Non è tutto. Hillary potrebbe infatti non aver bisogno dei delegati di Miami, uno degli stati in cui il vantaggio nei confronti di Trump è più esiguo.
Se insomma si votasse oggi e venissero confermati i sondaggi, Clinton potrebbe contare sui voti di 340 grandi elettori contro i 269 necessari per essere eletti alla Casa Bianca. E diventerebbe così la prima donna presidente degli Stati Uniti d’America. Ovviamente, tutto può ancora succedere. Ora l’attenzione è tutta concentrata sul secondo dibattito, in programma per la serata di domenica 9 ottobre. Riuscirà Trump a ribaltare il risultato del primo match, oppure la candidata democratica consoliderà il proprio vantaggio?