Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
tecnologia

Dal frigo al supercomputer. Dal 1970 a oggi l'"intelligenza" negli elettrodomestici


Si fa presto a definire le vetture odierne dei computer su gomma e pensare uno smartphone come una macchina enormemente più potente del Commodore 64, ma qual è la potenza reale degli oggetti che usiamo ogni giorno? Dal 1971, anno in cui nasce il primo microprocessore, l’Intel 4004, la potenza di calcolo ha vissuto un’evoluzione difficile da immaginare. Se poi fino a una ventina di anni fa calcolatore faceva rima con computer, oggi le piccole unità di silicio sono letteralmente ovunque. L’esempio più classico viene dallo spazio, dall’Apollo Guidance Computer (AGC). Celebre computer della NASA, alla fine degli anni ’60 era utilizzato nel modulo di comando e all’interno del Lem per l’allunaggio e il decollo dalla Luna. Un compito niente male in tempi in cui c’era ancora la Tv in bianco e nero. Con il suo display a cristalli liquidi con grandi numeri retroilluminati di verde, le grosse spie rettangolari e la tastiera numerica, l’ACG oggi sembra più una calcolatrice e, a dirla tutta, è anche meno potente di essa. Tanto per fare un paragone, basta dire che se il computer NASA guidava un missile Apollo, un iPhone 7 sarebbe in grado di controllarne 150 milioni contemporaneamente. È questa infatti la differenza, in soldoni, tra le potenze di calcolo dei due dispositivi. E cosa dire dei giochi? C’era un tempo in cui eravamo soliti caricare delle cassette per giocare, aspettare un’infinità di tempo e ritrovarsi con una grafica squadrata uscita dalle mani di un bambino che gioca al Lego. Oggi sembra preistoria ma in realtà il Commodore 64, il computer più venduto di sempre, è uscito nel 1984, trentadue anni fa. A bordo aveva un microprocessore MOS 6510 che, nella versione europea, offriva ben 0,985 MHz. Pochi, si dirà, ma anche qui è necessario fare un salto avanti per rendersene conto. Dieci anni dopo, nel 1994, Sony partoriva la Playstation dotandola di un processore da 33,8 MHz. In due lustri la potenza nel gaming era aumentata di oltre trenta volte. Venendo alle cosiddette next gen, vale a dire Xbox One e Playstation 4, l’aumento è esponenziale e arriviamo a macchine più potenti dei computer. La One ha un processore da 1,6 GHz, la rivale giapponese nella nuova versione Pro raggiunge i 2,1 GHz, ovvero 2.100 megahertz. Anche loro due avrebbero potuto mandare nello spazio centinaia di milioni di razzi, eseguire allunaggi e riportare a Terra astronauti e noi, invece, le usiamo per giocare. Torniamo però all’evoluzione dei processori per segnare un’altra tappa fondamentale sul calendario: il 1981. Mentre Reagan saliva al potere, Booby Sands si lasciava morire di fame e Galaga spopolava nelle sale giochi, negli Stati Uniti usciva l’Osborne 1, il primo computer portatile. Oddio, portatile è una parola grossa per questa costosissima valigia di dieci chili con display monocromatico e un processore che fa quasi ridere: lo Z80 da 4 Mhz. In pratica si andava in giro con un trolley per avere una potenza di calcolo inferiore a quella di una calcolatrice. È la seconda volta che usiamo la calcolatrice come paragone e non è un caso. La Texas Instruments Ti-89, una delle più celebri calcolatrici scientifiche sul mercato, può contare su un processore da 10 Mhz e il bello è che non è proprio una novellina. Risale infatti al 1998, anno in cui le calcolatrici avevano ancora un senso visto che i cellulari non riuscivano a farne le veci. E vediamoli, questi cellulari. Il primo smartphone, l’IBM Simon, non era esattamente una schiappa. Nel 1994 con i suoi 16 Mhz era considerato il re della potenza digitale in mobilità. Dotato di un grande display a cristalli liquidi e privo di tastiera fisica, Simon univa in sé un cellulare e un palmare offrendo un comodo pennino e tutte le funzioni fondamentali come il calendario, l’orologio e l’email. Sono bastati però poco più di dieci anni per relegarlo a triste oggetto da museo. Nel 2007 infatti usciva l’iPhone con il chip S5L8900 (prodotto da Samsung) da 412 Mhz. L’anno successivo ecco il primo Android, l’HTC Dream che portava in dote 528 Mhz. Cifre di rilievo se si pensa che nel 1997 i nostri grossi e rumorosi computer Pentium II raggiungevano la medesima potenza. Il parallelo tra mobile e computer poi non è casuale perché, guardando avanti, è sempre più facile vedere la loro fusione. È, in particolare, il neonato iPhone 7 ad aver instillato questa visione nella nostra testa. Il suo chip A10 Fusion da 2,34 GHz offre prestazioni superiori a quelle di un MacBook Pro del 2013 o di un Air del 2015 ed è facile prevedere che presto i chip mobili saranno in grado di alimentare tanto un computer che uno smartphone, annullando di fatto ogni differenza tra i due dispositivi. Nel giro di qualche anno insomma non dovremo più fare paragoni: un telefono sarà come un portatile che sarà come una console. Con buona pace del computer Apollo e dei suoi due megahertz

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 16 ottobre 2016