Sono 10 i Paesi che hanno avuto gli importi più elevati nella prima fase della voluntary disclosure – prima la Svizzera che ha regolarizzato 41.486,5 milioni di euro. La legge di bilancio apre un nuovo capitolo per la lotta all’evasione fiscale, ma alcuni aspetti di mancato coordinamento amministrativo gravano sulla manovra.
Il cantiere normativo dei Paesi che sono usciti o sono destinati ad uscire dall’elenco dei paradisi fiscali è ancora aperto e genera confusione tra gli operatori. L’incrocio tra black e white list, con Paesi che si trovano sia nell’una che nell’altra, porta in più di un caso al corto circuito logico e giuridico. Sono ben 6 gli Stati che si trovano in questa situazione, restano esclusi dall’ambiguità solo Bahamas, Lussemburgo, San Marino e Austria.
Questa situazione rischia di creare ingiustificate disparità di trattamento tra identiche categorie di contribuenti, anche nella riapertura della voluntary disclosure e in relazione al ravvedimento operoso. La necessità di prevedere l’individuazione di un’unica lista non è più procrastinabile e darebbe maggiore certezza agli scambi commerciali con questi Paesi.