Tra i 15 e i 16 miliardi. A questa quota dovrebbe essere posizionata l’asticella dell’impianto delle coperture della manovra 2017 da 27 miliardi, varata sabato dal Consiglio dei ministri, su cui sono puntati i riflettori di Bruxelles. Nel mirino della Commissione Ue sono proprio la “qualità” delle coperture con il ricorso a misure una tantum (come ad esempio la voluntary disclosure bis), l’ampiezza del maggior deficit utilizzato e il processo di riduzione del disavanzo strutturale. Anche ieri la posizione del Governo italiano è rimasta quella illustrata due giorni fa dal premier Matteo Renzi e dal ministro Pier Carlo Padoan nella conferenza stampa che ha seguito il via libera del Cdm al disegno di legge di Bilancio e al decreto legge sullo stop a Equitalia: collocazione al 2,3% del deficit programmatico 2017, comprensivo dello 0,2% di Pil considerato fuori dal Patto di stabilità europeo per le spese legate al fenomeno migranti. In altre parole, considerando che il “tendenziale” è stato previsto all’1,6%, 11-11,5 miliardi da utilizzare per coprire la manovra destinandone una fetta consistente alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali da oltre 15 miliardi.