Il 52.9% delle emissioni di Pm10 (polveri fini) è ad opera delle biomasse utilizzate per il riscaldamento delle abitazioni. In Italia, le stufe alimentate a pellet sono quindi la prima causa di smog. Questo dimostra come negli anni si sia verificato un cambiamento nel tipo di inquinamento: in Lombardia, ad esempio, il contributo dei motori diesel passa dal 33% del 2008 al 14% del 2012.
Gli studi più recenti dicono che in Italia la qualità dell’aria continua a migliorare. È una tendenza che dura da anni e che accompagna il cambiamento delle tecnologie. Se nel 2000 l’Ispra rilevava più di 800mila tonnellate di anidride solforosa, nel 2012 ne erano state disperse meno di 300mila. La situazione più preoccupante resta quella della Pianura Padana, che per la particolare conformazione fisica – la cintura di montagne a Nord e a Sud – risente di un accumulo continuo di gas nocivi.
Le Regioni stanno studiando insieme con il ministero dell’Ambiente una strategia per frenare le polveri nell’aria. Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte hanno introdotto limitazioni all’uso smodato di riscaldamento a legna e derivati.