Bloccare le tasse sui guadagni ottenuti da chi investe sulle Pmi, con l’obiettivo di canalizzare su di loro una quota di capitali aggiuntivi attratti da un trattamento fiscale di favore. Lo strumento sono i Pir (piani individuali di risparmio) per mobilitare nei prossimi 3 anni tra i 10 e i 15 miliardi di euro da una platea doppia, popolata sia dagli investitori istituzionali sia dal mercato retail.
Le richieste del fisco si bloccheranno per chi mantiene l’investimento per almeno 5 anni, con limiti diversificati a seconda della tipologia di investitore: per i privati il tetto è di 30mila euro all’anno, per i soggetti istituzionali si tratta del 5% dei loro asset.
Il tentativo di aumentare la competitività delle piccole imprese è già stato avviato da manovre precedenti. Dal 1° gennaio l’Ires scende al 24%, al di sotto della media europea, livello che rende il nostro Paese più attraente per investimenti stranieri.
Oltre ai capitali si cerca di attirare in Italia anche i loro titolari. Innanzitutto con una nuovo regime di attrazione fiscale per chi vive all’estero da almeno 10 anni e decide di risiedere nel nostro Paese; per loro è stata studiata un’imposta a forfait da 100mila euro per l’ingresso nel regime fiscale “speciale”. Per i “rimpatriati” (cioè coloro che ritornano dall’estero) invece è già attiva una riduzione fiscale che abbatte l’imponibile del 30% per i primi 5 anni dal rientro, estesa al 50% dal 2017.