Gli ultimi sondaggi danno Hillary Clinton avanti di quasi 7 punti su Donald Trump. La previsione di Nate Silver accredita la candidata democratica di un 49,8% dei consensi popolari, mentre il suo sfidante repubblicano dovrebbe fermarsi al 42,9%.
Quando si parla di presidenziali americane, però, i voti non sono tutti uguali. Lo sa bene Al Gore, che nel 2000 ottenne il 48,4% dei consensi a livello nazionale ma vide entrare nello studio ovale George W. Bush, che pure si era fermato al 47,9%. Quello che conta sono i grandi elettori che vengono assegnati a chi trionfa in ogni singolo Stato. E nemmeno questi hanno lo stesso peso: chi vince in California ne ottiene 55, in Michigan piuttosto che in Montana se ne portano a casa appena tre. Alla fine viene eletto chi raggiunge quota 270, ovvero la metà più uno dei 538 delegati totali.
Il modo migliore per capire chi sia avanti in ciascuno Stato e quanto pesi la vittoria in ciascuna delle 51 “stelle” della bandiera americana è quello di realizzare un cartogramma. Ovvero una mappa in cui le dimensioni dei singoli Stati sono rappresentate da un numero di poligoni pari a quello dei delegati concessi a chi vince. L’unità di base è un esagono e così la California ne conta, appunto, 55. In Texas sono 38, in Florida 29 e così via. Il colore rappresenta le possibilità di vittoria censite da Silver sul suo blog FiveThirtyEight aggregando i risultati di tutti i sondaggi realizzati negli Usa: più il blu diventa scuro più è possibile che vinca la Clinton, più diventa intenso il rosso maggiori sono le chance di Trump di ottenere i grandi elettori di quello Stato. Il risultato, aggiornato a questa mattina, è questo:
Ora, il “guaio” per il candidato repubblicano non è legato solo al fatto che è in vantaggio soltanto in 21 dei 51 Stati dell’Unione (che sono 50 ma bisogna aggiungere il District of Columbia, la realtà territoriale intorno a Washington). Il problema è che cinque di questi garantiscono appena tre grandi elettori, per un totale di 15. Alla Clinton basterà vincere in North Carolina, dove le sue possibilità di vittoria sono al 70,6%, per ottenere lo stesso numero di delegati.
Detto in altre parole, per come funziona il meccanismo delle presidenziali americane è importante vincere nel maggior numero di Stati possibili. E ciascuna vittoria è tanto più decisiva quanti più sono i delegati assegnati. Non conta se il distacco sull’avversario è di pochi punti percentuali o supera il 10%. Il punto è il risultato finale. Un po’ come quando si gioca a pallone: che si vinca per 1-0 o si domini l’avversario per 4-0, alla fine il vincitore porta a casa comunque tre punti. E ad oggi in testa alla classifica c’è la Clinton.