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economia

Piano Juncker, Italia in testa nei finanziamenti


Le iniziative a favore delle Pmi trainano il Piano Juncker e l’Italia è al primo posto tra i beneficiari. Lo rivela l’ultima fotografia scattata dalla Banca europea per gli investimenti sul programma che ha preso le mosse nell’aprile 2015. A venti mesi dalla conclusione della prima fase, prevista per la metà del 2018, sono state approvate 361 operazioni per un valore complessivo di 24,9 miliardi. Grazie al cosiddetto “effetto moltiplicatore” queste misure hanno consentito di attivare investimenti per oltre 138 miliardi, pari al 44% rispetto all’obiettivo finale. Con 56 operazioni, tra prestiti, equity e garanzie per oltre 2,5 miliardi e 21 miliardi di investimenti attivati, l’Italia è prima tra i Paesi Ue, con una fetta che rappresenta il 15% della torta complessiva.
A tirare la volata sono state le garanzie a favore dell’accesso al credito per le Pmi sotto l’ombrello del Fei, il Fondo europeo per gli investimenti, che ha approvato 227 operazioni per un valore di 7,5 miliardi rispetto all’obiettivo di 12 miliardi da realizzare alla fine del periodo. Questo ha consentito di attivare 60 miliardi di investimenti rispetto ai 75 miliardi previsti, raggiungendo quasi l’80% rispetto all’obiettivo prefissato. «Tanto che la nostra dote iniziale di 5 miliardi – spiega l’amministratore delegato del Fei, Pierluigi Gilibert – è stata recentemente incrementata di ulteriori 500 milioni, visto il rapido sviluppo delle attività a favore delle Pmi». Cambia di conseguenza anche l’obiettivo di investimenti attivati da raggiungere: non più 75 miliardi, ma 82,5 miliardi entro la metà del 2018. «Se guardiamo alla pipeline dei progetti in corso – osserva Gilibert – possiamo prevedere di oltrepassare la quota dei 75 miliardi già entro giugno 2017 per raggiungere la nuova soglia entro fine anno, coprendo la totalità dei paesi Ue».

Articolo del Sole 24 Ore del 31 ottobre 2016