La vittoria di Donald Trump alle elezioni americane non ha provocato quell’ondata di volatilità e panico stile Brexit che molti avevano temuto. Ma certo l’evento politico più importante dell’anno ha avuto un impatto netto sui mercati, con un aumento della capitalizzazione in tre sedute di circa 100 miliardi di dollari (94,7 miliardi per la precisione).
Scommessa sull’inflazione. Fuga dalle obbligazioni, denaro sulle azioni. Se si volesse fare una sintesi estrema della reazione dei mercati alla vittoria di Trump si potrebbe ricorrere tranquillamente a questa frase. Una reazione che è stata orientata alla scommessa sui possibili effetti inflattivi del piano di stimolo fiscale che Trump ha annunciato in campagna elettorale. L’impennata delle aspettative di inflazione che ne è derivata, combinata con le rinsaldate aspettative sul prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed, ha spinto gli investitori a fare una netta rotazione di portafoglio dal reddito fisso all’azionari0. A fronte di un generale rialzo dei tassi sul mercato obbligazionario c’è stata un’impennata dei prezzi delle azioni. In particolare a Wall Street, che ha aggiornato i suoi massimi storici sull’indice Dow Jones registrando, nelle tre sedute post voto, un incremento di 341 miliardi di capitalizzazione.
Articolo apparso sul Sole 24 Ore del 13 novembre 2016