Il neo-presidente degli Stati Uniti tiene fede alle promesse elettorali e cancella la Trans pacific partnership. L’emissione della notifica di ritiro avverrà non appena Trump metterà piede alla Casa Bianca, a gennaio.
La Tpp puntava a creare un’area di libero scambio tra 12 Paesi del Pacifico e costituiva il perno della politica estera dell’amministrazione Obama, con l’obiettivo di contenere l’egemonia della Cina, che rimaneva esclusa dall’accordo. Gli Stati coinvolti hanno una popolazione di 800milioni di abitanti e rappresentano il 40% dell’economia mondiale e il 25,9% degli scambi. La partnership era stata firmata da tutti e 12 i potenziali membri il 4 febbraio ed era in attesa della ratifica dei Parlamenti nazionali. Se l’approvazione unanime non arrivasse entro il febbraio del 2018 basterebbe quella di sei Paesi, a condizione che rappresentino l’85% del Pil dei partecipanti. Ma la defezione degli Stati Uniti fa cadere l’intera operazione. E la Cina non si è fatta scappare l’occasione: già durante il vertice Apec Pechino ha promosso il proprio mega-accordo.
Poche speranze restano anche per l’accordo con l’Unione Europea. E questo potrebbe avere ricadute significative sulla nostra economia, se consideriamo che in Italia l’import vale il 26,5% del Pil, mentre l’Export il 29,6%, e gli Stati Uniti sono uno dei principali partner commerciali.