Saranno ancora almeno due gli anni di limbo durante i quali si consumerà ufficialmente il divorzio del Regno Unito dall’Ue. Nell’attesa è però possibile prevedere alcune conseguenze pratiche della Brexit per gli italiani che vivono in Gran Bretagna.
La separazione potrebbe rivelarsi positiva per i bambini nati su suolo britannico da genitori italiani residenti sull’isola. Potrebbe infatti essergli riconosciuto il diritto al passaporto e alla cittadinanza inglese, purché siano nati dopo il 1°gennaio 1983 e facciano domanda prima che la Brexit diventi realtà.
Non mancano però le note dolenti: il commercio, innanzitutto. Se tra Gran Bretagna e Ue non si riuscirà a raggiungere un accordo bilaterale di libero scambio entro i due anni previsti dall’Articolo 50, allora i commerci dovranno sottostare alle regole standard della Wto. Cosa significa? Dazi del 39% per i prodotti caseari e del 6% per il vino. Così le conseguenze per un ristoratore italiano a Londra saranno notevoli: un piatto a base di prosciutto di Parma potrà costare il 32% in più. Nel complesso si calcola che l’Italia, con un export di circa 22,5 miliardi di euro all’anno verso il Regno Unito, potrebbe arrivare a pagare 870 milioni di sterline.
Incerta la situazione degli studenti. Tasse universitarie e prestiti studenteschi resteranno invariati per quanti hanno già iniziato il proprio percorso di studi, per quanti si sono iscritti a settembre o si immatricoleranno nel 2017. Dal 2018 in avanti, però, le regole potrebbero cambiare. Il massimo rischio è di pagare fino a 36mila sterline di retta all’anno.