Tecnicamente lo possiamo definire un nuovo modello matematico multidimensionale studia i ‘belief systems’ applicato alla guerra in Iraq del 2003. Il modello, messo a punto dall’Ieiit-Cnrn ell’ambito di una collaborazione internazionale, è stato pubblicato su Science e promette di fornire previsioni sull’evoluzione futura dei fenomeni sociali.
“Il modello che abbiamo messo a punto analizza i ‘belief systems – spiega Roberto Tempo, dirigente di ricerca dell’Ieiit-Cnr e coautore della pubblicazione – ovvero il modo in cui le opinioni degli individui su un certo argomento possono evolvere nel tempo in modo dinamico, in base alle interazioni con altre persone e all’effetto di fattori esterni, quali le opinioni degli individui su argomenti interdipendenti”.
Come funziona. Il nuovo modello è stato verificato in un’analisi quantitativa delle cause che hanno condotto all’invasione militare statunitense in Iraq nel 2003, ma, spiegano al Cnr, può anche fornire previsioni sull’evoluzione futura di fenomeni sociali. “Grazie a questo modello abbiamo scoperto che il consenso nell’opinione pubblica statunitense a proposito di un intervento militare in Iraq si è generato perché l’allora Segretario di Stato Usa, Colin Powell, durante il ben noto discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aveva presentato tre argomenti in favore dell’azione militare come interdipendenti”, prosegue Tempo. “La struttura logica verteva su tre argomenti specifici: 1: Saddam Hussein possiede le armi di distruzione di massa; 2: le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein presentano un serio rischio per il mondo intero; 3: l’invasione dell’Iraq è una guerra ‘giusta’. Questa sequenza di argomenti rappresenta una struttura in cui un’alta probabilità di verifica del primo argomento implica un’alta probabilità che si verifichino anche gli altri due argomenti. Come dimostrato dalle simulazioni pubblicate su Science, se gli argomenti fossero stati considerati in maniera indipendente l’uno dall’altro, l’opinione pubblica statunitense sarebbe stata favorevole ad attendere la conclusione delle ispezioni da parte delle Nazioni Unite, mentre il consenso alla guerra si è generato proprio dopo il discorso di Colin Powell che aveva presentato gli argomenti come interdipendenti”.
Nel grafico sotto, la parte in alto evidenzia il valore numerico che esprime la “certezza delle opinioni” con argomenti indipendenti. In particolare, per quanto riguarda l’argomento 1, si ottiene un valore compreso nell’intervallo [0.78-0.95], per l’argomento 2 si ottiene un valore compreso nell’intervallo [0.40-0.58] e infine si ottiene un valore nell’intervallo [0.08-0.25] per l’argomento 3, che riguarda l’intervento militare in Iraq. E’ quindi chiaro che l’opinione pubblica Statunitense era fortemente contraria ad un intervento militare. Invece, considerando gli argomenti come dipendenti, nella parte bassa del grafico si vede che la “certezza delle opinioni” sale ad un valore compreso nell’intervallo [0.62-0.94], e quindi l’opinione pubblica Statunitense era diventata favorevole ad un intervento militare.
Il gruppo di ricerca internazionale è costituito dall’Istituto di elettronica e di ingegneria dell’informazione e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale delle ricerche di Torino (Ieiit-Cnr), in collaborazione con la University of California di Santa Barbara (Usa), la Delft University of Technology (Olanda) e la Russian Academy of Sciences.