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tecnologia

Hacker contro Yahoo!, ecco la classifica degli attacchi più potenti di sempre

Il primo posto era già di Yahoo!, con mezzo miliardo di account trafugati nel 2014. Ma adesso, dopo l’annuncio arrivato dalla società di Sunnyvale (ne abbiamo scritto qui), la classifica degli attacchi hacker più imponenti della storia va aggiornata. Il colosso di Marissa Mayer rimane saldamente in testa, e adesso occupa i primi due gradini del podio, dato che nel 2013 è stato vittima di un altro attacco che ha coinvolto 1 miliardo di account, e che finisce di diritto in testa alla lista. Al terzo posto FriendFinder Networks (412milioni di account), poi MySpace (360 milioni) ed eBay (145 milioni).
Come difendersi se si ha un account Yahoo!
Chiunque sia in possesso di un account Yahoo! può cercare di tutelarsi seguendo quattro passaggi chiave. Innanzitutto è necessario cambiare le password. Non solo quella dell’account Yahoo!, ma tutte le password degli account online. Questo perché molto spesso gli utenti utilizzano la stessa password per accedere ai vari servizi (dalla mail a Facebook a tutto il resto). Secondo passaggio: entrare nel proprio account Yahoo! ed eliminare le email contenenti dati sensibili, ricordandosi di svuotare il cestino. Terzo passaggio: aprire un account di posta elettronica sotto un dominio più sicuro e attivare o la doppia autenticazione che passa da un sms sul cellulare (Gmail la consente), o una chiave PGP in modo da cifrare ogni tipo di dato o file così che solo il destinatario della mail possa leggere il contenuto. Quarto passaggio: non aprire email strane e soprattutto non cliccare sui link contenuti all’interno di queste. Quattro passaggi chiave da seguire, anche se il furto risale al 2013. Perché i dati messi in vendita nel dark web possono rimanere lì per mesi.
«Il nuovo caso dell’attacco hacker subito da Yahoo emerso oggi pone un allarme che deve mettere in guardia tutti: le istituzioni e le aziende, chiamate a predisporre adeguati piani di sicurezza, come tutte le persone. che devono fare attenzione ad alcune buone pratiche per limitare i rischi nell’uso di strumenti digitali» ha detto Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano. «Secondo la ricerca del nostro Osservatorio – ha detto ancora Piva – il 95% delle grandi aziende italiane sta già compiendo azioni di sensibilizzazione sui propri dipendenti sui comportamenti corretti per limitare i rischi per la sicurezza. E, in generale, cresce tra le imprese la consapevolezza sui pericoli della situazione attuale. Ma non è ancora sufficiente: nel 2016 il 33% delle organizzazioni italiane denuncia di aver una perdita o un furto di dati. E alle aziende servono nuovi strumenti e tecnologie per prevenire attacchi di questo genere».
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