Quella del Centro Nord, nella classifica della ricerca universitaria, è una supremazia che già caratterizzava il precedente round della valutazione svolta dall’Anvur e che si riconferma anche quest’anno, con Toscana, Veneto e Lombardia in testa nella top ten dei migliori atenei nelle performance scientifiche. Sul podio l’Imt di Lucca, Pisa S.Anna e Normale.
Se questo risultato non stupisce, si registra però un’inversione di rotta per gli atenei del Sud e delle Isole, che recuperano terreno rispetto alla precedente indagine (quella relativa agli anni 2004-2010), facendo registrare miglioramenti a volte maggiori rispetto ai poli del Centro Nord. È il caso di Messina che pur rimanendo in fondo alla graduatoria ha fatto registrare un balzo in avanti del 17%. Buone performance anche per la Federico II di Napoli e per il Politecnico di Bari, entrambe a +12%. Se le Isole restano indietro, delle cinque università tra Sicilia e Sardegna solo Sassari perde terreno (-2%).
Il motivo? Di certo ha avuto un effetto positivo l’esistenza stessa della valutazione della ricerca, cioè il sapere a priori che il lavoro di ricerca sarà valutato, cosa che ha orientato l’azione delle università. La prima rilevazione del 2013 aveva infatti fotografato la ricerca dopo un periodo di oltre vent’anni senza un sistema comune di indagine, con il risultato che ogni ateneo aveva seguito regole proprie.
Articolo sul Sole 24 Ore del 20 dicembre a pagina 14