C’è una pistola fumante con la quale i broadcaster dovranno fare i conti. Non oggi, non domani, ma quel consumo televisivo sceso fra un anno e l’altro del 15,6% fra i 15-19enni e del 9,7% fra i 25-34enni è un segnale di cui tenere conto. I consumatori del futuro per la tv sono lì. E in questo momento lanciano segnali di disaffezione.
Che ancora non significano allarme rosso per un piccolo schermo che continua a essere centrale. Tuttavia le elaborazioni dello studio Frasi su dati Auditel per «Il Sole 24 Ore» evidenziano questi scivolamenti, che poi nel totale su tutte le fasce d’età si traducono in un calo del 2,68% per l’audience nel giorno medio e del 2,74% in prime time. In cifre, si tratta di 276mila spettatori in meno per la tv durante la giornata e 686mila per la prima serata.
Detto questo, per la tv italiana non è stato un anno banale. È stato il primo vero anno di confronto con le offerte on demand dopo lo sbarco di Netflix. Per la tv free è stato anche l’anno della ripresa dell’informazione politica, anche se il fenomeno è stato selettivo: La7 se ne è molto giovata; “Politics” su Rai 3 rappresenta senz’altro un esempio opposto. È stato infine l’anno dello sbarco sul free, in Rai, di una serie tv (“I Medici”) frutto di una coproduzione internazionale e destinata ai mercati.