È tornato all’ordine del giorno del Senato il Ddl sul processo civile, che nel testo approvato alla Camera delega il Governo a cancellare i tribunali dei minorenni per sostituirli con sezioni specializzate presso i tribunali ordinari. I magistrati si sono scagliati contro l’abolizione, mentre gli avvocati hanno sostenuto l’idea di portare la giustizia minorile in quella ordinaria. Ora che la discussione è ripresa si fa spazio alle modifiche, ma con l’obiettivo di accelerare il percorso parlamentare, iniziato a marzo di due anni fa. Il termine degli emendamenti è stato infatti fissato al 30 gennaio.
L’anno scorso nei tribunali dei minorenni sono stati avviati 90mila procedimenti, 50mila civili e 40 mila penali. Negli ultimi 13 anni il numero dei giudizi penali è rimasto sostanzialmente stabile, mentre sono calati quelli civili grazie soprattutto alla riforma della filiazione che ha fatto transitare dal tribunale dei minori a quello ordinario alcuni procedimenti, per un totale (nel 2013) di circa il 24% di procedimenti in meno rispetto al 2012.
Al 30 giugno 2016 Brescia, Caltanissetta e Roma sono le tre province che dal 2003 registrano l’incremento più consistente di processi penali, rispettivamente +247,6%. +228,9%, +187,4%. Mentre sono a Bologna (8.226), Milano (6.503) e Venezia (6.039) i tribunali con il maggior numero di procedimenti avviati. Più del doppio il totale di giudizi civili rispetto a quelli penali: 90.166 i primi che sono però in calo del 18,4%; “appena” 40.316 i secondi, ma in aumento dell’11,8%.
I magistrati minorili sono 198, distribuiti in 29 sedi e affiancati da 807 esperti che operano come giudici onorari. Ma non si occupano di tutto il contenzioso che coinvolge i minori, ad esempio sull’affidamento dei figli durante la separazione, caso nel quale decidono i giudici ordinari. Questa divisione e la necessità di disciplinare la procedura di giudizio sono gli unici punti di accordo tra avvocati e magistrati.
Articolo sul Sole 24 Ore del 16 gennaio a pagina 7