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economia

Germania-Italia: tutti i numeri e gli attriti fra Roma e Berlino

Le incomprensioni tra Roma e Berlino vanno avanti ormai da anni e riguardano in particolare tre tematiche fortemente sentite in questo periodo in Europa. Innanzitutto i conti pubblici: i due Paesi si trovano agli estremi. Il gigantesco avanzo commerciale tedesco, pari ormai all’8,8% del Pil, è frutto di un decennio di “scorrettezze” della Germania che esporta molto più di quanto non importa, causando perdita di benessere per tutti. Un surplus che mette il Governo tedesco in fallo, rispetto alle leggi del Six Pack che vietano ai Paesi europei di avere un avanzo superiore al 6% del prodotto interno per tre anni di fila. All’opposto il caso italiano che registra un deficit al -1,9% del Pil.

Poi la questione delle banche. Da un lato la Germania, da sempre contraria al completamento dell’Unione bancaria, che punta il dito contro due rischi: troppi titoli di Stato nei bilanci delle banche e i crediti deteriorati che, solo in Italia, sono il 73,1% del patrimonio netto tangibile. Una riserva corretta quella tedesca, ma che punta anche a celare i falli delle banche tedesche, cioè un’eccessiva presenza di titoli tossici, il 41,8% del capitale degli istituti di credito.

Anche la politica di Draghi alla Bce genera attriti: le continue iniezioni di liquidità e i tassi zero che, secondo i tedeschi, creano seri problemi alle banche, alle assicurazioni e ai risparmi. Mentre queste misure sono necessarie per l’Italia. Paradossalmente però l’Eurotower continua a comprare molto più titoli tedeschi che italiani. Secondo i calcoli di Goldmand Sachs, a fine 2017 la Bundesbank deterrà il 40% del debito pubblico tedesco e la Banca d’Italia solo il 15-17% di quello italiano.

Infine, la disputa sull’auto, che nasce dalle indagini svolte nei vari Paesi dopo il dieselgate di Volkswagen per verificare la presenza di eventuali dispositivi illegali. Secondo le norme Ue ogni costruttore può scegliere dove omologare i propri veicoli, e quel Paese è poi responsabile dei controlli. Ma il ministro dei Trasporti tedesco continua a rilanciare più e più volte la questione di alcune Fiat500X che hanno registrato valori di emissioni fuori norma, nonostante sia tuttora in corso una mediazione con l’Ue.

Articolo sul Sole 24 Ore del 19 gennaio a pagina 7