Per il secondo anno consecutivo il coefficiente elaborato dall’Istat per la rivalutazione delle somme di denaro nel tempo si colloca sotto la parità, a quota 0,999. Ciò significa che per una spesa fatta con mille euro nel 2015 oggi ne basterebbero 999. Si tratta di un rafforzamento del potere di acquisto per chi quei soldi li deve spendere e, viceversa, di un indebolimento delle aspettative reddituali per il creditore.
I coefficienti, uno per anno a partire dal 1861, servono per calcolare quanto si deve incrementare la somma di un determinato anno per controbilanciare il calo del potere di acquisto di tale somma per effetto dell’inflazione registrata in quell’arco di tempo.
Ma l’operazione serve anche a scoprire come l’inflazione non si sia riflessa in maniera univoca su tutti i prezzi. Alcuni, ad esempio pasta e benzina, sono cresciuti più di altri. È in particolare la voce “trasporti” a far registrate gli incrementi più consistenti: un biglietto del tram a Milano costa il 51,7% in più rispetto al 2001; di poco inferiore l’incremento (+50,1%) del prezzo di un biglietto del treno per la tratta Milano-Roma, dai 46,5 euro del 2001 agli 89 attuali. Altri servizi hanno invece faticato a tenere il passo: il canone Rai, che nel 2001 costava 92,4 euro è sceso a 90.