L’industria sportiva italiana non cede di un passo davanti alla recessione e in questi anni ha incrementato, a dispetto della congiuntura negativa, il suo giro d’affari. Adesso è il momento di ottenere un riconoscimento più ampio del proprio valore e delle proprie peculiarità dalle istituzioni italiane, come sta avvenendo in Europa attraverso i canali della Commissione europea per la creazione, tra le altre cose, di efficaci strumenti di controllo e di difesa dai falsi.
L’industria sportiva continentale è rappresentata dalla Fesi (Federation of the European Sporting Goods Industry) presieduta da Luca Businaro (si veda l’intervista in pagina) che raggruppa un totale di circa 1.800 aziende con un fatturato di circa 66 miliardi e in modo diretto e indiretto 650mila dipendenti.per la creazione di efficaci strumenti di controllo e di difesa dai falsi.
Il fatturato del settore Sport in Europa vale circa il 2,7% del Pil europeo e rappresenta il 17% della spesa alimentare nell’Unione. Il settore genera inoltre in modo indiretto un fatturato di circa tre miliardi di euro per le costruzioni (impianti sportivi) e dai 12 ai 15 milioni di viaggi per turismo sportivo.