Il Doomsday Clock è tornato a muoversi pochi giorni fa. A Settant’anni dalla sua creazione, da parte degli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, le lancette si sono portate 30 secondi più vicine alla mezzanotte. Un orario che nelle intenzioni della sua creatrice, l’artista americana Martyl Langsdorf, simboleggiava la fine del mondo. Motivi principali l’elezione di Donald Trump e l’ascesa dello Stato Islamico.
Oggi l’orologio segna le 23, 58 minuti e 30 secondi. Si tratta dell’orario più vicino all’Apocalisse dal 1953, quando lo sviluppo della bomba a idrogeno da parte di Stati Uniti e Russia aveva convinto gli scienziati che il mondo stesse avvicinandosi alla sua fine. Il risultato rappresenta ancora oggi un record. Mai le lancette saranno in seguito così vicine alla mezzanotte.
Le Motivazioni
Tra le principali motivazioni espresse nello Science and Security Board Bulletin of the Atomic Scientists del 2017, compare l’elezione di Donald Trump. Sullo sfondo del crescere dei movimenti nazionalisti in tutto il mondo nel 2016, gli scienziati hanno prestato particolare attenzione alla campagna presidenziale del neo eletto presidente. Non sono piaciuti i commenti negativi sull’uso e la proliferazione delle armi nucleari e l’incredulità espressa nei confronti della comunità scientifica per quanto riguarda i cambiamenti climatici.
Il pericolo di un olocausto nucleare è da sempre il motivo principale su cui si basano gli spostamenti delle lancette del Doomsday Clock. Nel 2007, per la prima volta, sono state citate tra le motivazioni non solo i pericoli derivanti dal nucleare, ma anche dai mutamenti climatici in atto nel nostro pianeta.
I dati e la grafica
La grafica riassume schematicamente i cambiamenti registrati dal 1947 ad oggi sul Doomsday Clock. Il quadro generale è fornito dalla radar chart, che mostra i singoli spostamenti, anno per anno. Gli anni in cui è stato più vicino alla mezzanotte sono quelli compresi tra il 1953 e il 1960. L’orologio segnava le 23 e 58 minuti, a soli 2 minuti dalla fine del mondo. Sono 14 gli spostamenti negativi, per un totale di 34 minuti e 30 secondi. Solo 8 quelli positivi, per un totale di 30 minuti. Il cambiamento più significativo è quello datato 1991. Un +7 che rappresenta anche il momento in cui le lancette hanno raggiunto la massima distanza dalla mezzanotte. Dopo la firma del trattato per la riduzione delle armi strategiche e la caduta dell’URSS, il Doomsday Clock si è infatti fermato alle 23 e 43 minuti.
La dimensione dell’estremità delle lancette è in relazione agli anni in cui l’orologio ha segnato quell’esatta ora. Il Doomsday Clock, per la maggior parte degli anni tra il 1947 e il 2017, si è posizionato sulle 23:53, a 7 minuti dalla mezzanotte.
L’ultimo spostamento tocca invece le 23, 57 minuti e 30 secondi per la prima volta dalla nascita dell’orologio. Il 2017 segna anche una novità introdotta dagli scienziati del Bullettin. Fino a oggi le lancette non si erano mai spostate di soli 30 secondi , ma sempre di interi minuti.
Autore: Filippo Mastroianni. Laureato in Scienze della Comunicazione, scrive online da anni di politica e cinema. Appassionato di data journalism e data visualization, realizza grafiche interattive per dar voce ai numeri e alle storie che hanno da raccontare. @FilMastroianni