Quali sono le aziende tecnologiche con maggiore valore, e quindi con le migliori prospettive, originate dalla forza del marchio, in termini di fatturato? La risposta della classifica “Technology 100 2017” realizzata dalla società di consulenza inglese Brand Finance parla chiaro: Google ha superato Apple ed è oggi il brand, in assoluto e non solo dell’universo hi-tech, che domina nel mondo.
Il salto in avanti del colosso di Mountain View, calcolato nella misura del 24% e pari a un controvalore di oltre 109 miliardi di dollari, si spiega soprattutto con le ottime possibilità di crescita del suo giro d’affari delineate dagli analisti. La forza del marchio (definita in relazione alla capacità di far salire, o di difendere, il valore dell’impresa) della casa californiana è infatti rimasta invariata rispetto al 2016, con un rating confermato in AAA+ che lo pone nella top five dei marchi più potenti del mondo), e ha contribuito poco alla valorizzazione dello stesso, confermando i suoi pochi margini di miglioramento. Per questo Google è chiamata ad incrementare il fatturato, sfruttando la grande forza del suo brand, superiore (nell’ordine) a quella di YouTube, Microsoft, Samsung Electronics ed Apple.
La società di Cupertino, nonostante i recenti roboanti annunci di fatturati record, paga nella classifica di Brand Finance le prospettive non particolarmente brillanti rilevate al momento della valutazione del marchio. La casa della Mela è in seconda posizione per valore, scivolando dalla prima piazza occupata nei precedenti cinque anni; molto evidente il passo indietro rispetto al 2016, del 27%, dagli oltre 145 miliardi del 2016 ai 107 miliardi di dollari attuali. Le nubi apparse a più riprese sull’orizzonte delle vendite degli iPhone hanno indotto gli esperti a declassare il valore del brand della Mela, al cospetto di altri – oltre a Google anche Amazon.com, Facebook e Alibaba – che invece hanno cavalcato a grande velocità la parabola ascendente della pubblicità su Internet e dell’e-commerce. Apple, insomma, necessita di uno strappo in avanti importante, a livello di mercato e di supremazia tecnologica, se vuole riconquistare il trono. E tenersi alle spalle le “nuove” rivali.
Il gigante nordamericano delle vendite online ha infatti migliorato nettamente sia le prospettive di fatturato sia la forza del marchio, portando il valore del proprio marchio da 69 a 106 miliardi di dollari, e più o meno lo stesso si può dire del social network di Mark Zuckerberg, che ha quasi raddoppiato la valorizzazione del proprio branding salendo da 34 a poco meno di 62 miliardi. Per una Alibaba che viaggia a velocità record (la crescita anno su anno è del 94%), infine, vi sono altre grandi firme cinesi che presentano voci in rosso nel ranking di Brand Finance. È il caso del motore di ricerca Baidu, che perde sia in forza del marchio sia in prospettive di fatturato (cedendo il 28% in valore del brand e passando dalla 13esima alla 22esima posizione in classifica), ma anche quello della stella emergente in campo smartphone Xiaomi (in discesa del 39%) e del più grande vendor al mondo di personal computer, e cioè Lenovo (giù del 16%). La peggior prestazione nella Tech 2017 la fa segnare comunque un’azienda europea, Ericsson, che paga le difficoltà del momento con una svalutazione del 47% del marchio. Non meno evidente la picchiata di Twitter, che perde il 39% del suo valore. Picchiata che si specchia in qualche modo anche nelle valutazioni degli analisti su Snapchat e sull’imminente quotazione in Borsa della piattaforma di messaggistica. Il valore del suo brand è calcolato in 1,7 miliardi di dollari, fuori dalla top 100, e cioè meno di dieci volte la cifra (fra i 19,5 e i 22 miliardi) stimata, evidentemente molto in eccesso, per l’Ipo. (Testo di Gianni Rusconi)