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economia

Richieste di asilo, primo calo dal 2010. Ma non in Italia

Sono più o meno tante quante gli abitanti del Friuli Venezia Giulia il milione e 200mila richieste di asilo politico che sono state presentate lo scorso anno ai ministeri degli esteri europei. Un dato che presenta un leggero calo rispetto al 2015, il primo dal 2010 ad oggi. Questo, a livello generale: perché le istanze presentate alla Farnesina sono aumentate del 40%. Che così lo scorso anno ha dovuto gestire circa il 10% delle domande di protezione internazionale. Solo la Germania ha fatto di più, ma Berlino ne ha esaminate 690mila, oltre il 55% del totale.

 

Mentre (lunedì 20) a Roma un vertice tra l’Unione europea ed i rappresentanti dei Paesi del Maghreb per discutere della gestione dei migranti, Eurostat ha reso pubblici i numeri relativi alle richieste di asilo presentate lo scorso anno. “Scavando” un po’ nel database, è possibile estrarre anche i dati sui Paesi di partenza e su quelli di destinazione. Oltre a formare una serie storica che risale fino al 2010. Il risultato è quello che si può vedere in questa infografica.

 

La mappa nella parte alta mostra i Paesi di partenza, che virano al rosso tanto più sono le richieste formulate da loro cittadini. Nella parte bassa il grafico a sinistra permette invece di visualizzare la quantità di domande di asilo rivolte alle nazioni europee. Mentre sulla parte destra è possibile seguire l’andamento temporale. I filtri che si trovano a destra della mappa (o subito sotto per chi legge da mobile) permettono di selezionare l’anno che si vuole esaminare, il Paese di origine degli asilanti e quello in cui hanno presentato domanda.

 

E se appunto si seleziona l’Italia come meta dei migranti, si nota innanzitutto come sia la Nigeria il Paese dal quale nel 2016 è arrivata la quota maggiore di richiedenti asilo. Si tratta di più di 26mila persone su un totale di 120mila che hanno chiesto protezione al governo di Roma. Nella parte in basso a destra si può notare come il numero delle istanze di protezione internazionale rivolte alla Farnesina siano in costante aumento. Il lieve calo avvertito a livello complessivo, si tratta di circa 80mila persone in meno, non si è affatto avvertito negli uffici del ministero guidato per tutto lo scorso anno dall’attuale premier Paolo Gentiloni.

 

Se, ancora utilizzando i filtri, si sceglie di concentrarsi sui profughi partiti dalla Nigeria, si vede intanto che sono in costante aumento dal 2012. E si scopre che l’Italia ha accolto da sola più della metà delle 47mila persone nigeriane che hanno chiesto protezione in Europa. I numeri confermano dunque l’importanza del ruolo di Roma nell’accoglienza dei migranti. Che va al di là del salvataggio dei migranti abbandonati sui barconi in mezzo al Mediterraneo.

 

Anche se, come detto, è il governo di Angela Merkel quello che in Europa si è trovato a dover gestire la maggior quota di richieste di asilo politico. Numeri nonostante i quali la cancelliera ha mantenuto una linea di apertura, ribadita ancora nei giorni scorsi durante la sua visita alla Casa Bianca. Eppure è soprattutto a causa delle scelte dei predecessori di Donald Trump che la Germania si è trovata, solo lo scorso anno, a dover gestire 690mila domande di protezione.

 

La quota maggiore, pari a 266mila persone, è rappresentata dai siriani in fuga dalla guerra civile. Quindi ci sono 127mila afghani e 96mila iracheni. Uomini e donne che fuggono da contesti di guerra inaugurati dall’amministrazione Bush e che Obama non è stato in grado di chiudere. O di gestire fino in fondo quando si sono affacciate sul contesto internazionale. E mentre ora Trump cerca di chiudere le frontiere, è da questa parte dell’Oceano che si raccolgono i cocci.